«I virus sono maledetti perché per spostarsi usano quanto di più bello esista: i baci, gli abbracci, la vicinanza tra le persone. Dobbiamo fare uno sforzo culturale: trasmettere affetto al nostro prossimo rinunciando alla fisicità».

Facciamo nostre queste bellissime parole del Professor Roberto Burioni, famoso virologo e divulgatore scientifico, tratte da un’intervista rilasciata qualche giorno fa al Corriere della Sera.

Aggiungiamo che i virus sono maledetti anche per un’altra ragione: possono diffondersi anche grazie agli assembramenti di persone, per esempio tra gli spettatori del circo.

Con il sorriso all’ingiù, come quello dei clown tristi, dobbiamo riconoscere come reale questo rischio. Si tratta di un problema vero, non di un’invenzione mediatica.

Ne consegue che il mondo del circo potrebbe essere fortemente colpito dal diffondersi del Coronavirus: gli spettacoli potrebbero essere temporaneamente sospesi in alcune aree d’Italia e del mondo, perché pericolosi per la salute pubblica.

Inoltre gli stessi circensi, che spesso vivono a stretto contatto, potrebbero essere colpiti dalla malattia, fortunatamente grave solo in una minoranza dei casi.

Ci permettiamo quindi di dare alcuni consigli pratici a chi svolge la nobile arte del circo.

Il primo è quello di limitare i possibili contagi: rispettate sempre le norme igieniche (soprattutto la pulizia delle mani) e, se un vostro collega si ammala, non sottovalutate il rischio e fate di tutto perché il virus non si diffonda nel resto del gruppo. Nel dubbio, se non sapete come comportarvi, chiamate il 1500, il numero istituito dal Ministero della Salute.

L’altro consiglio è quello di utilizzare i mezzi della tecnica per raggiungere il pubblico anche a distanza.

Ci sono vari modi e, come si dice in questi casi, “la necessità aguzza l'ingegno”.

Un’importante possibilità è rappresentata dal fundraising, metodo per raccogliere fondi da appassionati e sostenitori. Ricordo che con questa tecnica il circo Knie si è comprato uno chapiteau da 250 mila euro!

Esistono piattaforme totalmente gratuite, come la seguente, dove è possibile creare la propria pagina e raccogliere fondi: https://buonacausa.org/fundraising-crowdfunding-raccolte-fondi

Certo direte voi, bisogna dare qualche cosa in cambio. Assolutamente sì. Un'idea potrebbe essere quella di filmare i singoli numeri o l'intero spettacolo, caricarlo come video nascosto sul proprio canale YouTube (se non ne avete già uno potete aprirlo gratuitamente in 5 minuti) e, a chi fa una donazione, mandare il link di questi video, che potrebbero essere arricchiti con contenuti speciali come interviste, dietro le quinte, prove dello spettacolo, ecc.

Oggi per fare un filmato di alto livello bastano un buon smartphone, un cavalletto e il gioco è fatto.

Questo mese di pausa potrebbe anche essere utilizzato per realizzare un documentario che racconti la storia del circo, la sua organizzazione, le prove, la vita degli artisti e degli animali e, una volta pronto e montato, diffonderlo con la stessa modalità.

Filmare un numero di giocoleria o clowneria, fare le interviste ai protagonisti e raccontare la loro storia può essere interessante e incuriosire gli appassionati, che potrebbero voler sostenere economicamente questa operazione.

Potrebbe essere molto bello anche una sorta di “reality” della vita di un circense, raccontando e filmando tutta la giornata. Oltre che raccogliere fondi questa cosa potrebbe aiutare a far conoscere meglio l'arte circense, e di conseguenza a farla apprezzare ancora di più.

Infine, un’eventuale pausa forzata dagli spettacoli potrebbe permettere lo sviluppo di nuovi numeri, o dare il tempo necessario a perfezionare quelli già esistenti.

Insomma, facciamoci forza e andiamo avanti!

di Armando Talas e Davide Vedovelli