Nel panorama del circo italiano, l’attenzione si sta sempre più focalizzando sulle diverse prospettive di intrattenimento e sull’evoluzione del gusto del pubblico. In questo contesto, diamo spazio alle opinioni di chi, come Fabrizio Procopio, assiste ai vari spettacoli circensi, confrontando e analizzando le diverse proposte offerte. Attraverso la sua analisi, ci offre una visione dei cambiamenti in atto nel mondo circense e delle sfide che lo attendono.


Vivo in Toscana ormai da circa dieci anni, dopo la pandemia qui ho avuto ho avuto modo di vedere molti circhi senza animali. Recentemente ho avuto modo di vedere Gravity Circus, Circo Millennium, Circo Dylan, Circo sull’Acqua e Circo Maya Orfei Madagascar (unico con gli animali). 

Lavoro come Marketing & Communication Manager in un’agenzia di Comunicazione Digitale, per cui mi occupo di comunicazione, definizione del pubblico di riferimento, in passato mi sono anche occupato di ricerche di mercato. Perché dico questo? Perché a mio avviso la questione “animali si, animali no” va affrontata in maniera libera di vizi di natura ideologica ma in termini di mercato. Il mondo cambia, al circo cosa succederà? Il circo è un’impresa culturale che vive in un sistema che lo influenza, per cui non è libero dai cambiamenti culturali e di mercato. 

Partiamo da un presupposto: il cambiamento non si può arrestare. Vi faccio un esempio: nelle prime fabbriche in Inghilterra nasce il Movimento Luddista che era contrario alle macchine in quanto, secondo alcuni operai, queste peggioravano le condizioni dei lavoratori e li rendevano schiavi delle macchine stesse. Questi operai in parte avevano ragione, avevano motivazioni valide per protestare, ma non hanno potuto certo fermare l’industrializzazione. Un esempio più vicino al circo? Prendiamo l’opera: in passato era forma d’arte diffusissima, con gli anni e con l’affacciarsi di nuovi “strumenti” di intrattenimento, è diventata qualcosa di nicchia. 

La sensibilità verso il mondo animale, nel corso degli ultimi anni è cambiata: molti paesi hanno vietato già gli animali nei circhi, così come hanno intrapreso interventi legislativi di vario genere su vari settori volti a tutelare gli animali. Si guardi anche all’attenzione verso gli allevamenti intensivi, al crescente numero di vegetariani e vegani. Basti pensare a come gli scaffali dei supermercati ora siano pieni di prodotti alternativi alla carne, uova da galline allevate a terra, polli ruspanti e via dicendo. Non do un giudizio di merito, ma dobbiamo prendere coscienza dei fatti. Come un fatto è che i circhi con animali fanno i pienoni: basta aprire Facebook e ci imbattiamo in foto di chapiteau pieni. Questo dimostra in maniera oggettiva che c’è ancora spazio per il circo con gli animali. Torniamo ai circhi che elencavo sopra. 

Nel Marketing, per ogni azienda o prodotto, si va a trovare un gruppo di clienti a cui proporsi: non esiste un prodotto che piace a tutti, non esiste un prodotto che vada bene per tutti. Per cui va bene che il circo con gli animali, per esempio, non piaccia ai vegani, o che il McDonald non piaccia a mia nonna abituata ad altra alimentazione. È oggettivo, che se in passato le critiche verso il circo erano poche, nel corso degli anni sono aumentate. 

Prendiamo i circhi che elencavo, provo a capire a che pubblico si rivolgono: 

  • Gravity Circus: spettacolo adrenalinico, filo conduttore ottimamente curato, numeri d’impatto. Direi che punta alle famiglie e al pubblico adulto, è anche per bambini, ma questi non sono il target primario.
  • Circo Millennium: traspone il circo tradizionale ma eliminando gli animali. Ambiente curato, numeri moderni ma che strizzano l’occhio alla tradizione, come tutta l’impostazione dello spettacolo. Direi che punta al classico target famiglie con bambini. 
  • Circo Dylan: piccolo circo, numeri intervallati da mascotte dei cartoni animati. Puntano tantissimo ai bambini. Il risultato è gradevole, una bomboniera. 
  • Circo Sull’Acqua: si presenta chiaramente moderno, l’acqua é il filo conduttore, i numeri sono tradizionali ma adattati al contesto acqua. Direi famiglie con bambini, adulti ma meno di Gravity. 
  • Circo Maya Orfei: tra questi l’unico con animali. Punta alle famiglie, é il classico circo tradizionale italiano. Spettacolo ottimo, numeri di animali preponderanti. Direi che puntano alle famiglie anche loro. 

Dove voglio arrivare? Fermandosi sul target si può notare come circhi diversi puntino a offrire spettacoli diversi che si rivolgono a persone diverse. A oggi c’è spazio per tanti modi di fare circo, anche con gli animali. Ma in futuro? Oggi un circo, come ogni impresa, fa pubblicità su Facebook. Se si guardano i post sponsorizzati e si aprono i commenti, leggerete subito “Ma avete animali?”. Questo l’ho letto almeno in tutti i post di questo genere. Nel caso del Maya Orfei, le interazioni negative superavano le positive, proprio per la presenza di animali. Giustamente direte: un commento su Facebook non è un biglietto, giusto ma potrebbe diventarlo. Spesso nei post si può leggere “Bravissimi, andateci non usano animali”. Questo é un tema caldissimo e la motivazione é legata alla crescita della sensibilità verso gli animali di cui dicevo prima. 

Possiamo stare qui a dimostrare quanto gli animali siamo tenuti bene, si riproducano in cattività, siamo amati, di quanto sia ugualmente immorale tenere un cane in appartamento: purtroppo per molta dell’opinione pubblica non è concepita la presenza degli animali. Non c’è benessere che tenga, é per queste persone una questione di principio! 

Mi avvio alle conclusioni. In passato in Italia vigeva il delitto d’onore, alle donne non era permesso entrare in magistratura e addirittura votare, se cambiavi operatore telefonico dovevi cambiare numero, gli omosessuali non potevano sposarsi. Direte: si, ma col circo cosa c’entra? Gli stati alla lunga tendono ad allinearsi nella legislazione e nella sensibilità alle tematiche. La globalizzazione, i social media e la libertà di circolazione delle informazioni, fanno in modo che ci sia un rapido allineamento su alcune posizioni (giuste o sbagliate esse siano). Vi chiedo di riflettere: negli ultimi anni percepite che l’avversione verso il circo con animali sia cresciuta, diminuita o rimasta stabile? Lo avreste mai detto che in Italia ci sarebbero stati così tanti circhi senza animali? 

Data la crescita di questi fenomeni, che di solito accelerano, a mio avviso il circo con gli animali andrà lentamente a diventare una nicchia. Anche senza interventi legislativi diretti, i circhi con animali diventeranno una minoranza che coprirà una fetta di mercato ridotto. Lo scopriremo nei prossimi anni. Le difficoltà a cui il circo come impresa é esposto, le persone sempre più sensibili al tema, il cambio del mercato dell’intrattenimento, sembrano spingere nella stessa direzione. É un bene o un male? Ognuno ha la sua opinione.