Prendo spunto dal recente articolo riportato dal sito circusfans.eu in merito alle minacce ricevute dal “circo di Mosca” della famiglia Rossante che ha cambiato nome proprio in questi giorni per provare a placare le polemiche.

Cerco di riassumere quanto accaduto: Il Circo di Mosca che da alcuni anni vediamo in Italia non è quel “circo di Mosca” che arrivò in Italia con Moira Orfei e che si esibisce nella capitale russa ma è una produzione italiana della famiglia Rossante. Produzione che di russo ha ben poco; negli ultimi anni nessun artista russo è presente e negli anni passati ricordiamo, nel 2010, i cosacchi passati anche dal Festival di Latina.

Con i recenti sviluppi geo politici molte persone, credendo che il circo della famiglia Rossante fosse davvero il circo di Mosca hanno, ingiustamente, mandato messaggi minatori e boicottato la struttura tanto che per ovviare a questo problema hanno, in quattro e quattr’otto, cambiato nome in “Gravity”.

E’ necessaria un’altra precisazione: lo spettacolo Gravity è probabilmente uno tra gli spettacoli di circo più interessanti in circolazione oggi in Italia, con molte innovazioni e un filo rosso che guida lo show e spiace siano stati proprio loro vittima di questo “equivoco”.

Stiamo assistendo ad un’assurda messa al bando della cultura russa dimenticandoci che popolo russo e Putin non sono la stessa cosa e boicottare un circo perché porta questo nome e in locandina compare la Cattedrale di San Basilio (non il Cremlino come scritto sull’articolo riportato da circusfans.eu) non ha davvero nessun senso.

Questo però è avvenuto per la confusione che l’utilizzo di questo nome ha creato nel pubblico. Io credo che quest’ambiguità sia stata voluta e ora dover smentire ogni rapporto con il circo di Mosca dicendo “noi non abbiamo nulla a che fare con il circo di Mosca, quello vero” comporti qualche imbarazzo.

L’utilizzo di nomi esotici o dal fascino esterofilo è una brutta tradizione tutta italiana che, negli anni ’80 e ’90 ha spopolato: circo di Vienna, circo di Berlino, circo di Bucarest, circo di Montecarlo (qui la cosa è ancora più spudorata), circo di Spagna, circo do Brasil, circo di Madrid, circo di Praga, circo di Barcellona… insomma… direi che può bastare!. Ritengo davvero superfluo dover convincervi che questi nomi erano e sono utilizzati per “confondere” il pubblico italiano illudendolo della presenza di grandi artisti internazionali in pista; alternativamente spiegatemi voi il motivo.

Discorso analogo per le decine di “orfeini” che utilizzano il nome Orfei per attirare pubblico sotto lo chapiteau e qui non li elenco tutti perché una pagina word non sarebbe sufficiente, ma di questo ne ho già parlato in un precedente articolo.

Io credo che sia ora di smetterla con questa brutta abitudine, anche perché il pubblico ormai legge sulla pagina social o sul sito il programma e non c’è bisogno di attirarlo con questi stratagemmi, sopratutto quando, come nel caso del Circo di Mosca Gravity non ce n’è bisogno perché il programma è forte e ben strutturato. Mi piacerebbe veder l’insegna Circo Rossante e dare visibilità a questo storico cognome del circo italiano, come potrebbe essere per la Famiglia Martini (che preferisce usare il nome Maya Orfei) e via dicendo.