Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente lettera, firmata da Fabrizio Procopio, il cui contenuto risuona in perfetta armonia con la nostra visione. Riteniamo sia di fondamentale importanza riflettere su tematiche come questa, le cui finalità sono esclusivamente orientate a porre l’attenzione verso dinamiche indispensabili per valorizzare il mondo del Circo.

Alla base di ogni impresa di successo, indipendentemente dalle sue dimensioni o dalla sua forza economica, vi è sempre un profondo rispetto verso i clienti; in questo specifico contesto, gli apprezzati spettatori paganti.

Gentile redazione,

Volevo sottoporre una questione da appassionato, ma anche da Marketing Manager che conosce il settore delle imprese, a cui il circo a volte sembra non appartenere.

Ho scoperto la passione per il circo in terza media, ora ho 28 anni e di circhi ne ho visti a bizzeffe (mai abbastanza). Seguendo i vari portali di appassionati, prima di assistere a uno spettacolo, controllo se rintraccio il programma dello stesso. Ho imparato negli anni che alcuni circhi seguono pedissequamente la scaletta in ogni spettacolo, mentre in altri casi la scaletta ha un che di aleatorio.

Una settimana fa sono stato a vedere lo spettacolo di un circo. Rispetto alla scaletta presente su un portale online, mancavano 3 numeri. Questo è stato confermato anche da alcune foto pubblicate su Facebook da un altro amico del circo che in quei giorni aveva assistito allo spettacolo dello stesso complesso.

Questo complesso ha un nome molto altisonante, il che mi ha mi ha lasciato molto perplesso. Ma questo non è certo un unicum: mi è capitato veramente in tantissimi complessi che lo spettacolo proposto un giorno sia più povero di quello proposto il giorno prima o il giorno dopo.

Ora, da consumatore, mi chiedo: il mio biglietto per lo spettacolo ammezzato non è forse costato quanto quello di chi ha visto lo spettacolo completo? Non ho forse pagato per lo stesso “servizio” che ho ricevuto solo parzialmente? Uno spettatore medio che parlando con amici scopre di aver visto uno spettacolo monco, cosa pensa? Da Marketing Manager mi interrogo sul danno arrecato da questo comportamento: il servizio dovrebbe essere offerto in egual misura a tutti.

Questo tipo di modus operandi temo danneggi un po’ la categoria più che il singolo circo, il quale, conclusa una piazza, se ne va in un altra e lo spettatore deluso non lo vedrà per anni. Poi però resta la sfiducia nel consumatore.

Ovviamente, non voglio fare di tutta l’erba un fascio: ho visto tanti complessi estremamente scrupolosi nella presentazione dello spettacolo. Tuttavia, vorrei avere una vostra opinione in merito.

Fabrizio Procopio