Il “Paranormal Circus” è tornato dopo anni a Reggio Calabria, col suo nuovo show “Le origini, dove l’incubo ebbe inizio”, prodotto da Tayler e Giordy Martini. Assistendo al debutto, già dalla biglietteria si percepiscono due schieramenti netti, il pubblico della “vecchia guardia” composto da trentenni e le “nuove leve”, dall’età molto più bassa di quello che ci si aspetterebbe, una forbice che va dagli studenti dei primi anni delle superiori alle matricole universitarie. Tutti accomunati da un bisogno comune: divertirsi. Ed il “Paranormal Circus” su questo non delude le aspettative.

Nel 2015 ho avuto modo sempre a Reggio di commentare positivamente lo spettacolo ed ho ritenuto necessaria una nuova recensione, per vedere cosa gli anni di fermo imposti dalla pandemia hanno portato a maturazione in seno alla direzione artistica a firma Martini.

Osservando il tutto col filtro di un amante di Tim Burton, è stata ottima l’idea dei Martini di non rincorrere il trend della serie netflix di “Mercoledì”, sebbene tra il pubblico le cosplay di Jenna Ortega non mancassero, ed azzeccata invece quella di affidarsi ad una conduzione sulla falsariga di un “Beetlejuice” dalla piacevole cadenza transilvana. L’avere evitato un’omologazione allo standard televisivo, come spesso capita negli spettacoli per il grande pubblico, sicuramente premia la qualità di uno show che dimostra di tenere ad una propria identità ed originalità.

Appare evidente però una presa di coscienza commerciale sulla natura del proprio pubblico da parte della direzione artistica. Si percepisce uno spettacolo meno “eXtreme” e più tarato all’intrattenere (senza terrorizzare) la fascia più impressionabile tra i 12 ed i 17 anni. Questa scelta premierà sicuramente nel breve (e forse anche nel medio) periodo al botteghino, ma stona un po’, perché va ad intaccare le aspettative che da uno spettacolo alternativo ci si attenderebbe. E sebbene i tamponi rapidi per il COVID-19 abbiano sdoganato l’arte di infilarsi chiodi nel setto nasale, manca allo show quel dipiù con cui si osa e si è concretamente anticonvenzionali. Una cosa che qualche buona parolaccia, le zombie sexy e gli indemoniati dagli addominali scolpiti non possono compensare. Ormone e tensione, ma senza impressione ed autentico brivido.

A scanso di equivoci, il “Paranormal Circus” è fantastico e merita sempre ogni centesimo del biglietto e soprattutto ogni secondo di spettacolo, ma i suggerimenti della “vecchia guardia” vogliono essere come i consigli degli amici di lunga data: sinceri, diretti e benevoli. Lo spirito della creatura dei Martini risiede nell’incubo e nel terrore, per questo l’avviso ed il monito di chi gli vuole bene è il seguente: attenzione a non appiattirsi e divenire una versione di circo tradizionale dalla sola estetica dark-goth, poiché chi preferisce il “Paranormal Circus” ne ricerca le emozioni, una scossa dalla propria quotidianità. E gli artisti che si vedono in scena hanno tutte le carte in regola per esserlo. Non dimentichiamoci di osare e sognare, poiché il circo in fondo è questo, un luogo in cui si ottiene non ciò che consapevolmente si vuole, ma ciò di cui si ha inconsciamente bisogno.