Non so se sia così anche nel resto d’Europa ma, in Italia, da una decina d’anni, stiamo assistendo ad una vera e propria invasione dei Transformers (e delle donne Laser) nelle piste dei circhi.

Nonostante siano circa dieci anni abbondanti che molti spettacoli si concludono in questo modo, sulle locandine compare la mitica scritta “per la prima volta in Italia direttamente dall’America” o cose simili. Ora io non so se è perché 10 anni fa hanno stampato un numero così alto di locandine che le stanno ancora smaltendo o se perché si pensi che questa cosa faccia presa sul pubblico dei più piccoli, ma francamente mi pare poco seria e francamente svilente.

La pista del circo dovrebbe consacrare il talento, la tecnica, la poesia, il superamento dei propri limiti, esaltare il valore degli artisti. Concludere uno spettacolo facendo entrare in pista un robot mi sembra un escamotage un po’ troppo comodo e poco serio. Il pericolo è la strada che è stata aperta creando un precedente e sdoganando alcune cose che solo alcuni anni fa nei circhi più importanti sarebbero state impensabili e lo sono tutt’ora nei grandi complessi internazionali. Si tratta di numeri riempitivi a basso costo che allungano lo spettacolo e non richiedono nessun talento, nessun rischio e non hanno nessuna valenza artistica.

Non so voi ma io, in quanto spettatore ed appassionato di circo, oltre che come giornalista, mi sento preso in giro quando vedo entrare in pista il Transformer… perché allora significa che va bene tutto, che non c’è nessuna validazione e scelta artistica nella costruzione dello spettacolo.

Non so cosa ne pensiate voi ma io credo sia venuto il momento di cominciare a pensare che a vedere lo spettacolo ci sia anche un pubblico preparato, appassionato e che apprezza e valorizza il talento artistico. Solo allora avremo anche un pubblico disposto a pagare un biglietto il giusto (uno spettacolo di medio o buon livello non può costare meno di 25 euro). Penso si debba ripartire da qua, ricostruire un rapporto di stima e fiducia con il pubblico.