Attraverso il trucco vivace e i costumi eccentrici, in un’epoca in cui l’espressione personale assume molteplici forme, i giovani clown portano il mondo del circo a nuove vette di creatività. In questa intervista, abbiamo l’opportunità di addentrarci nelle vite di due fratelli che, nonostante la loro giovane età, hanno abbracciato la sfida di far ridere il pubblico e trasmettere emozioni attraverso l’arte del clown. Si tratta di Dylan, 16 anni, in arte “clown Nino”, e di Russell, 14 anni, in arte “clown Gino”; discendono dalla famiglia circense italiana Coda Prin dal lato paterno e dalla famiglia ungherese Donnert dal lato materno. Insieme, ci hanno svelato il dietro le quinte del loro percorso, condividendo come il mondo multicolore del clown abbia influenzato profondamente le loro vite.

Perché il clown e perché voluto intraprendere questo percorso?

Dylan: L’amore per questa forma d’arte ci è stata tramandata da mio padre, Jones Coda Prin. Quando avevo due anni, in occasione del compleanno di nostro papà, mia madre mi vestì con un costume identico al suo e mi truccò come lui. Durante il finale dello spettacolo entrai in pista e fu una sorpresa per tutti. Sebbene la mia tenerissima età, mi divertii tantissimo, senza mostrare timore per il pubblico. Questa è stata la prima occasione che mi ha portato ad innamorarmi del cerchio magico… da quel momento ho affiancato mio papà negli sketch comici, più tardi abbiamo deciso insieme a mio fratello Russell di esibirci insieme e di dare vita ad un duo comico.

Russell: Così nel 2019 ha inizio il nostro percorso presso l’Accademia d’Arte Circense di Verona, con l’obiettivo di formarci e di mettere in piedi un numero comico basato sull’acrobatica. Nonostante le molteplici sfide legate alla pandemia sopraggiunta nel 2020, tra cui la chiusura dell’Accademia di Verona, abbiamo perseverato. Quindi, per portare a conclusione il nostro percorso accademico, abbiamo deciso di trasferirsi in Ungheria all’Accademia del Circo di Budapest. Durante le vacanze, facciamo ritorno a casa, al circo di famiglia, dove ci esibiamo.

Quali sono, secondo voi, gli aspetti tipici che un clown deve possedere?

Dylan & Russell: Secondo noi, è indispensabile possedere una buona dose di empatia. È utile immedesimarsi nel pubblico per cercare di comprendere chi abbiamo di fronte, cosa si aspetta da noi e come possiamo stupirlo.

Da giovani artisti quali siete, quali sono le vostre attuali priorità?

Dylan: In questo momento, la nostra priorità è la formazione. Innanzitutto, vogliamo completare il nostro percorso scolastico e, successivamente, continuare a perfezionare il nostro repertorio. Inoltre, desideriamo migliorare la nostra preparazione musicale, poiché presentiamo anche un numero comico musicale: io suono la tromba (Dylan), mentre mio fratello suona il sax (Russell).

Tra cinque anni dove vi vedete?

Russell: Mi piacerebbe fare un’esperienza insieme a mio fratello in qualche grande circo estero, per conoscere nuovi artisti e apprendere diversi metodi di lavoro.

Dylan: Anche a me piacerebbe fare un’esperienza simile. Spostarsi da casa propria, dal proprio ambiente familiare, credo ti formi molto, sia come persona che come artista.

Com’è il vostro rapporto con la pista?

Dylan: Siamo sempre molto entusiasti di entrare in pista… Ogni città che visitiamo è differente per noi, il pubblico è diverso e siamo sempre curiosi di vedere come reagisce alle nostre gag…

Russell: …soprattutto quando proviamo un nuovo sketch e lo presentiamo per la prima volta davanti al pubblico. Allo stesso tempo, le reazioni ci permettono di raccogliere feedback e, in seguito, perfezionare ulteriormente lo sketch.

Qual è stata la reazione più memorabile del pubblico ad una delle vostre performance?

Dylan & Russell: Pensandoci, ci torna in mente il nostro primo saggio all’Accademia d’Arte Circense di Verona. Nonostante l’ansia fosse palpabile (essendo la nostra prima esibizione insieme), siamo riusciti a dare il massimo e il pubblico, di fronte a due giovani clown che sembravano giocare tra loro, ha reagito positivamente. Quando lavoriamo insieme, si percepisce chiaramente l’intesa e la complicità che caratterizzano il legame tra noi due fratelli.

Come vi preparate prima di entrare in pista?

Dylan: Crediamo sia molto importante adottare un approccio positivo. Quando si entra in pista, tutto il resto viene messo da parte e ci si concentra unicamente nel dare il massimo e mantenere la complicità con mio fratello.

Come pensate di mantenere fresco e innovativo il vostro bagaglio artistico?

Dylan & Russell: Al momento stiamo attingendo al passato per esaminare ciò che è stato fatto finora e cercare di riproporlo in una prospettiva moderna, oltre che come fondamento iniziale che possa alimentare la creatività e consentire la creazione di qualcosa di innovativo. Siamo convinti che per essere clown sia fondamentale una notevole dose di spontaneità; non è mai un processo meccanico…

Un pregio e un difetto di tuo fratello…

Russell: Un pregio è sicuramente il suo altruismo; Dylan è sempre pronto ad aiutarmi e sa affrontare i miei momenti di difficoltà con calma e tranquillità. Un difetto… è difficile da dire, forse tende ad essere un po’ troppo perfezionista, un po’ pignolo.

Dylan: Di Russell potrei dire che è un po’ testardo, ma un pregio è senz’altro la sua determinazione. Cerca sempre di dare il massimo ed è costantemente motivato a fare sempre meglio…

Se dovessi dare un consiglio a tuo fratello?

Dylan: Suggerirei a Russell di prestare maggior attenzione all’ascolto. Quando gli faccio delle osservazioni o gli offro dei consigli, lo faccio sempre nell’ottica del suo bene, perché a volte noto dettagli a cui lui potrebbe non dare la giusta importanza.

Russell: Gli consiglierei di prendere le cose con più leggerezza e di essere più rilassato. Caratterialmente siamo molto diversi…

Quando alla domanda “Se non aveste intrapreso la carriera di artisti circensi, cosa avreste voluto fare nella vita?” vengono chieste le loro aspirazioni, Dylan confessa che in un’altra vita gli sarebbe piaciuto fare l’avvocato, mentre a Russell il calciatore. Tuttavia, condividono un sogno nel cassetto: diventare dei grandi clown musicali, un’aspirazione che stanno già iniziando a realizzare e sperano di migliorare costantemente.

L’intervista a questi due giovani clown ha gettato luce su una forma di espressione artistica affascinante e unica. Attraverso le loro storie, si percepisce come l’impegno nel mondo del circo abbia plasmato le loro vite e come questo rifletta l’importanza di abbracciare la diversità delle vie che possiamo intraprendere nella vita.