Già entrando nel parcheggio del Palageorge di Montichiari, in provincia di Brescia, si ha la percezione del successo di Alis, che inizia il nuovo tour 2023/2024.

Impiego quasi un quarto d’ora solo per entrare nel parcheggio, seguendo pazientemente l’interminabile fila di automobili. Il Palageorge ha 4000 posti a sedere, quasi tutti occupati, e sono previste tre repliche. I prezzi dei biglietti non sono quelli abituali del circo tradizionale italiano, si avvicinano piuttosto a quelli del Cirque du Soleil, eppure il successo di pubblico, almeno qui a Montichiari, è indiscutibile, frutto di una modalità di promozione vincente e di una proposta artistica gradita al pubblico.

Ma di cosa si tratta esattamente? Alis vuole fare riecheggiare i motivi sognanti e fantasiosi di “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, intramontabile capolavoro di Lewis Carroll, ma al contempo punta moltissimo – quasi tutto – sulla qualità delle performance dei suoi artisti.

Non aspettatevi una riduzione in formato circo del romanzo di Carroll: Alis utilizza solo alcune suggestioni, non è uno spettacolo organico con una narrativa puntuale.

Il modello, in sostanza, è quello dei grandi circhi classici: una serie di numeri di alto valore tecnico. La coreografia delle diverse esibizioni, minimale, così come i costumi, rimandano spesso, ma non sempre, ai temi delle avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, senza legacci narrativi, in modo del tutto libero.

Alice stessa, la nostra protagonista, impersonata in scena da Asia Tromler, non è propriamente la bambina immaginata da Carroll, ma una giovane artista che finisce per eseguire bendata un ottimo numero di tessuti aerei. I rimandi letterari sono solo episodiche pennellate, che puntano a dare colore emotivo tra un numero e l’altro.

La Regina di Cuori, interpretata da Barbara Abbondanza, è all’inizio una figura dispotica, autoritaria, ma si trasforma a metà dello show, stranamente, in una sorta di fata madrina, di angelo custode di Alice, che sorveglia e favorisce la sua crescita.

La pista circolare è sgombra e pronta ad accogliere gli artisti. Non c’è alcuna scenografia in stile teatrale, solo fasci di luce e un grande schermo semicircolare, su cui vengono proiettate immagini suggestive, non sempre facilmente riconducibili all’immaginario di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Lo spettacolo è quindi centrato sull’abilità degli artisti, che sono tutti di livello internazionale, e vengono da mezzo mondo. La pubblicità recita: “Con i migliori artisti al mondo del Circo Contemporaneo”, volendo inquadrare lo show nell’alveo del Nouveau Cirque, lontano dal circo tradizionale, ormai irrimediabilmente divisivo per la presenza di animali esotici. Si tratta di una scelta mediatica di estrema efficacia, anche se Alis, più che un tipico spettacolo di circo contemporaneo, è piuttosto un gran galà du cirque di alto valore tecnico, probabilmente il migliore in Italia, se si considerano solo gli spettacoli itineranti, in una cornice letteraria appena abbozzata, che se da un lato non pone vincoli, dall’altro non regala ulteriori meraviglie.

Solo per fare qualche esempio abbiamo la Trampowall Adrenaline Troupe, dall’Ucraina, che esegue un numero per nulla noioso con i tappeti elastici, arrivando a sfiorare nei salti più alti le luci di scena; il diablo preciso e ineffabile di Sung Chia-Cheng; oppure il sensuale numero di “aerial straps” del duo Chemical X, composto da Xiau-Ling Wee e Caroline Rinny.

Particolarissimo e magnetico il “sanddorn balance” di Lili Chao Rigolo, che riesce a tenere in equilibrio una piuma su una complessa costruzione di tredici rami di palma. Lili costruisce a poco a poco il suo capolavoro d’equilibrio, un ramo dopo l’altro; alla bocca ha un microfono, che permette al pubblico di percepire il suo respiro, che segue il ritmo dei movimenti, li accompagna.

In sintesi stiamo parlando di “top performers” di livello internazionale, che si esibiscono uno dopo l’altro creando la tipica alchimia da gran galà, con il numero di troupe alla fine a chiudere il climax. Chi voglia trovarci di più e altro non ha che andare al botteghino e vedere se riesce a ghermire il suo personale coniglio bianco.

Foto di Adriano Treccani