Negli ultimi giorni il Cirque du Soleil ha installato il suo mega Chapiteau in quel di Roma in un’area che a proprie spese ha bonificato, asfaltato e dotato di un servizio fognario. Si fermerà lì alcune settimane prima di fare rotta verso Milano con il maestoso spettacolo Kurios. Tutte le rappresentazioni praticamente sold-out ad un prezzo che va dai 35 ai 120 euro a biglietto.

Tutto questo racconta una storia di successo, di scelte azzeccate, di visone artistica ed imprenditoriale che ha rilanciato il circo a livello mondiale dagli anni ’90 in poi. Guai a chi prova a tirar fuori la storia del fallimento finanziario perchè sappiamo tutti che non era dovuto alla parte circense ma ad altri investimenti fatti nel settore di parchi di divertimento.

Bene… vi sembrerà strano (ma forse nemmeno troppo) sulle pagine del giornale di cui sono Editore (circunews) ho letto alcuni commenti di altrettanti circensi italiani prendersela con il Soleil perché “questo non è circo…” o invitando a “boicottare gli spettacoli”.

Inutile sottolineare che a muovere le mani di questi personaggi è l’invidia nel vedere questo chapiteau gremito ed il loro vuoto e non sapendo con chi prendersela (dato che potrebbero prendersela solo con loro stessi) allora va bene anche il Soleil.

Soleil ha numeri di grandi troupe internazionali, musica dal vivo, coreografie spettacolari ed è il sogno di moltissimi artisti circensi. Bene, perchè non è circo? Solo perchè non ha gli animali? Ma allora nemmeno Roncalli lo è, nemmeno Ringling, nemmeno Gravity, nemmeno Alis, nemmeno Tilt…

Cerchiamo di esseri seri e non ridicoli: siamo davanti a grandissimo circo internazionale e chi dice alcune cose dovrebbe sciacquarsi la bocca con il sapone.

Si fa spettacolo per il pubblico e il pubblico adora il Soleil perchè è bello! Invece di prendere spunto ed imparare da loro alcuni se la prendono addossandogli colpe che invece vanno cercate altrove.

Saper cogliere il gusto del pubblico ed entusiasmarlo è uno dei segreti di chi fa show. Signori miei, salvi pochi casi e una percentuale minima di pubblico, il cammello che fa il giro di pista o la foca che fa ruotare la palla sul muso annoia e non piace più, facciamocene una ragione.

Prima lo capiremo prima potremo innovare un’arte eterna, eterna proprio perchè mutevole.