International Circus Festival of Italy, XXII edizione: lo show A e lo show B visti da CircusNews

Nelle scorse settimane, a Latina, l’International Circus Festival of Italy ha visto la sua ventiduesima edizione. Ideato e organizzato dalla famiglia Montico fin dalla sua comparsa nel 1999, è diventato negli anni il principale evento circense del paese, conquistando un posto di assoluta preminenza a livello internazionale, grazie all’altissimo livello delle attrazioni che prendono parte alla manifestazione. Oggi essere invitati all’International Circus Festival of Italy è motivo di orgoglio e vanto per ogni artista del pianeta. I ventiquattro numeri partecipanti all’edizione 2021 sono stati suddivisi in due programmi: li abbiamo seguiti entrambi e siamo certi che la giuria tecnica si sia trovata davanti ad un compito davvero arduo.

Lo show A si apre con Romy e Alexander Jostman, duo di origini tedesche e brasiliane (rientrano anche nel cast dello show B), che non hanno certo bisogno di presentazioni, essendo stati per tanti anni addestratori presso il circo di Moira Orfei. Dopo una carriera trascorsa con cavalli ed animali esotici, al festival presentano uno spumeggiante e divertente gruppo di cinque barboni giganti.

 

La giocoleria con i diablos richiede una lunga preparazione impeccabile ed una precisione millimetrica: in questo senso, il francese Tony Frebourg è una macchina da guerra. Già artista del Cirque du Soleil, detentore di diversi record del mondo, sfodera una sicurezza disarmante e non sbaglia un colpo, nemmeno quando arriva a lanciare in aria quattro diablos contemporaneamente. Il suo numero è coreografato e studiato nei minimi particolari. Impossibile staccargli gli occhi di dosso.

 

Le riprese comiche sono affidate al brillante clown Rico, dalla Spagna, terza generazione di una famiglia di clown, che è ospite in entrambi gli show in cui interviene più volte: attore, mimo, una innata verve tutta latina, maestro nei tempi comici, coinvolge ignari spettatori, li convince ad entrare in pista e in pochi minuti li trasforma in perfetta spalla comica.

 

La Cina, grande assente di questo festival, non è stata certo rimpianta: la direzione artistica ha attinto a piene mani a quell’enorme serbatoio che sono Russia e Ucraina, invitando artisti che rappresentano l’eccellenza del circo di oggi. Se camminare su un filo è già di per sé un’impresa ardua, lo è ancora di più quando il filo non è teso, ma molle e la difficoltà diventa doppia. Ameli Bilyk, ucraina, a soli sedici anni ha già un curriculum invidiabile e sul suo filo molle fa quello che sarebbe già difficile fare a terra, permettendosi spaccate, “passeggiate” a testa in giù con le mani sul filo, verticali addirittura su un braccio. Incredibile.

 

La Bulgaria è rappresentata dal giovanissimo Aleks Kostov, poco più che ventenne, ma una padronanza della scena e un millimetrico controllo dei movimenti da artista consumato. Il suo numero di verticalismo è un mix perfetto di forza, precisione e stile in cui è evidente una preparazione ferrea. Per il gran finale, una salita mozzafiato su due canne alte oltre due metri per poi restare con una unica canna, in verticale su un solo braccio. Quando il lavoro duro restituisce risultati di eccellenza.

 

Da Israele arriva Alisa Shehter con la sua performance al cerchio aereo, accompagnata da una colonna sonora di respiro epico che crea grande atmosfera, mentre va in scena la contaminazione delle discipline aeree con il contorsionismo. Con una leggerezza che conferisce una apparente semplicità ai movimenti, ma in un crescendo di difficoltà, sempre con l’attrezzo in oscillazione resta sospesa ora solo con il collo, con i talloni e con le caviglie.

 

Già quando frequentavano l’Accademia d’Arte Circense di Verona, si era intuito che le Bello Sisters non sarebbero certo passate inosservate. Oggi, dopo numerosi ingaggi in circhi blasonati e partecipazioni ad eventi e programmi televisivi di fama internazionale, possiamo dire che è stato creato lo “stile Bello”, fissando un chiaro confine tra il prima e il dopo. Figlie d’arte, provenienti da una delle più celebri famiglie circensi italiane, Loren, Celine e Joline con la loro acrobatica a tre dimostrano che la perfezione può anche essere di questo mondo. Bellezza, eleganza, tecnica, affiatamento, femminilità: è lo stile Bello. Probabilmente verrà preso come esempio e magari emulato. Standing ovation della giuria, meritata.

 

Le guest star di entrambi gli spettacoli di questa edizione sono Enis e Bruno Togni, direttamente dall’American Circus con i loro sei splendidi cavalli arabi, tre bianchi e tre neri: è la quinta generazione della famiglia Togni che ritorna al Festival, dopo una accoglienza trionfale anni fa, quando erano poco più che bambini, una garanzia della continuità della tradizione del circo italiano con animali. L’orchestra dal vivo, ormai un lusso, accompagna ed impreziosisce ogni esibizione, sottolineandone i momenti salienti. Per i cavalli dei Togni, ad esempio, sono stati arrangiati ed orchestrati i maggiori successi di musica italiana del momento.

 

Nonostante le bolas siano uno strumento da caccia tipico delle pampas argentine di un tempo, sono maneggiate con grande padronanza dagli italianissimi Saly Brothers, che ne hanno ricavato un numero di grande ritmo e di ottima presa sul pubblico. L’inserimento di due piattaforme con acqua permette di creare giochi di grande effetto. Emozionante il coinvolgimento di una spettatrice che si presta, non senza timore, a farsi “rifare la pettinatura” con le bolas che roteano ad alta velocità sfiorandole i capelli.

 

Una delle emozioni più forti di questo Festival è stata sicuramente la doppia ruota della morte, portata in pista (anzi, sopra la pista) dai Peres, una troupe di quattro artisti provenienti da tre paesi (Brasile, Colombia e Portogallo). Sfidando le leggi della gravità, senza alcun dispositivo di protezione e, ci sia consentito, una buona dose di follia, i quattro acrobati si sono prodotti in una serie di evoluzioni al limite dell’impossibile, uscendo anche dalla ruota, con salti mortali sulle note di “The best” di Tina Turner. Pazzi scatenati.

 

Una rock ballad di grande atmosfera accompagna gli ucraini Kateryna e Ievgen, il duo El Beso, in uno straordinario palo aereo, dove si mescolano l’eleganza di un passo a due romantico con una delle specialità aeree più innovative, ottenendo una prestazione sofisticata e unica nel suo genere. Considerato che il palo non ha prese (se non un anello alla sua sommità) e che la maggior parte delle figure sono eseguite grazie alla forza di Ievgen, quello che realizzano questi due ragazzi a grande altezza lascia senza fiato.

 

Alex e Tatiana, coppia bielorusso-ucraina, presentano un passo a due con una bellissima coreografia sulle note di “Keeping me Alive” che teoricamente dovrebbe essere classificato come “mano a mano”. In realtà è molto di più: la innegabile forza di Alex permette a Tatiana di compiere le più spericolate evoluzioni con tranquillità, confezionando un numero di alta classe.

 

Mentre nella bascula tradizionale un battitore permette il salto e le evoluzioni dell’agile, nella bascula coreana i due acrobati sono a turno battitore e, dopo pochi secondi, agile. Questa particolare specialità viene portata al Festival da Rafa e Paco Olmos, fratelli nella vita e compagni di lavoro. Provenienti dalla Spagna, sono protagonisti di una esibizione molto teatrale, nel solco del “nouveau cirque”, alla quale imprimono una simpatia tutta latina. Spericolati, ma precisissimi. Un affiatamento a prova di bomba.

 

Deep Red, profondo rosso. E’ tutto rosso, dai costumi, alla pista, persino le cinghie sono rosse. Anton Markov e Ekaterina Rubtsova arrivano dalla Russia e con il loro strepitoso numero di cinghie aeree hanno incantato il pubblico. Una coreografia capolavoro, curata nei minimi dettagli (studiata da due dei più grandi coreografi del circo Nikulin) che completa un’esibizione di altissimo livello tecnico. Da antologia le evoluzioni di Ekaterina alle cinghie sostenute solo con i denti da Anton. Finale tra i petali di rosa, ovviamente rossi.

 

Lo show B inizia con Kelly Joo, dalla Repubblica Ceca, che  porta in pista una giocoleria molto particolare, inusuale: quella degli hula hoop che per una volta non vengono fatti roteare con il corpo, ma gionglati. Prima tre, poi cinque e fino a sette hula hoop in aria e che recupera anche abilmente con il colpo di tacco.

 

E’ poi la volta di una coppia del duo Breathe Love, ucraini, lui 30 anni lei solo 23: presentano un numero di cinghie aeree che definire mozzafiato è poco. Iniziano dove gli altri (non molti, per la verità) finiscono: con una presa alla staffa denti a denti. E da li è un continuo scambio di ruoli, dove più volte la ragazza, in contorsione, diventa porteur, arrivando a sostenere il partner addirittura con i propri capelli. Strepitosi.

 

Lorenzo Bernardi è un giovane veronese di famiglia non circense, che ci dimostra che il contorsionismo non è solo appannaggio di donne. Formatosi all’Accademia d’Arte Circense di Verona, il suo numero di contorsione ha una chiara impronta di “nouveau cirque”, tecnicamente perfetto, una presentazione elegante e raffinata, un crescendo di tricks impossibili, fino a colpire un palloncino con una freccia scoccata con i piedi, in contorsione massima, sostenuto solo con i denti. Fino ad oggi il Cirque du Soleil si è affidato a contorsioniste mongole e cinesi: chissà che non sia arrivato il momento per un uomo, magari italiano…

 

Jack & Tiago, rispettivamente inglese e portoghese, sono “The Lads”: il loro mano a mano non è solo una prova di forza ed equilibrio come spesso siamo abituati a vedere, ma, complice anche una colonna sonora azzeccatissima, è un piccolo film, un racconto, la storia di due amici per la pelle che si affidano uno all’altro. Accuratissima la presentazione artistica, grande intesa, gioco di sguardi, forza, equilibrio e inusuale agilità: due attori prestati al circo, ma soprattutto due grandissimi artisti. Emozionante.

 

Dall’Ucraina arriva Vladyslava Naraieva, giovanissima verticalista di grande talento: costume metà bianco e metà nero, dosa perfettamente forza controllo ed equilibrio su un attrezzo molto particolare in cui le canne disegnano un semicerchio che sale a spirale. La particolarità del numero è che tutte le figure sono eseguite ad un solo braccio, comprese la salita e la discesa su undici steps che diventano ventidue. Precisione assoluta.

 

Bettina Bogdan e Krisztina Vellai sono due bellissime artiste ungheresi che portano a Latina una specialità aerea di recentissima creazione. Nel body trapeze non esiste la stanga del trapezio, ma solo le due cinghie: il resto viene creato dalle infinite combinazioni dei corpi delle due artiste, in un susseguirsi di passaggi e figure che si trasformano senza pause con grande fluidità. Fisicamente molto simili, lunghe chiome bionde, le due artiste confezionano una coreografia di grande sensualità, in puro stile “Zumanity” del Cirque du Soleil.

 

Cardiopalma puro per “Blade 2 Blade” la performance della troupe italo-spagnola di Tyrone Laner. Definirlo una innovazione del lancio dei coltelli, sarebbe riduttivo: è una vera e propria rivoluzione nel genere. Da sempre abituati al classico duo, vedere una intera troupe di sei artisti, con una presentazione artistica in “dark style” e con un contenuto tecnico così elevato, è sicuramente una esperienza spiazzante. Ritmo altissimo, precisione millimetrica, coltelli, torce infuocate, lanciatori bendati che diventano contemporaneamente uno il bersaglio dell’altro: da vedere e rivedere.

 

Oltre allo spagnolo Rico, le riprese comiche di entrambi gli show sono affidate ai fratelli Vlady e Gianni Rossi, due pilastri della clownerie italiana, che negli anni sessanta erano già nella pista del leggendario circo Orlando Orfei, per poi proseguire nei maggiori complessi d’Europa. Nelle loro entrate comiche e musicali, oltre a rispolverare gli sketch classici che li hanno resi famosi, sono affiancati dalla nipotina, già una piccola stella. Una presenza importante al Festival, un vero e proprio oscar alla carriera.

 

Sacha Bachmann, corpulento artista tedesco proveniente dal mondo della ginnastica e successivamente formatosi alla scuola di Montreal, esegue un singolare numero di verticali su un attrezzo a più canne rimodulabili che vengono via via allungate ed innalzate, permettendo passaggi complessi, compresi diversi cambi di braccio in salto. Una prova di forza, quella di Sacha che, essendo anche uno specialista di aerial straps, chiude con le cinghie aeree in una presa ai denti, sollevato in aria per diversi metri.

 

La repubblica baltica della Lettonia è  rappresentata con grande onore da Sergey Stupakov, straordinario illusionista. Posto che la magia non esiste, quello che meraviglia è la stupefacente abilità con la quale Sergey fa apparire dal nulla mazzi di carte, candele accese, foulards, trasformandoli in colombi, che poi a loro volta spariscono. Ma è quando, sul finale, da alcuni foulards multicolori escono due pappagalli variopinti che iniziano a volare in tondo sulle teste degli spettatori che il pubblico esplode in un boato.

 

Pressoché scomparsi dai circhi tradizionali, i numeri di troupe sono ormai visibili o al Cirque du Soleil o nei grandi festival internazionali. Dall’Ungheria, la troupe di Kevin Richter, con i suoi ben dodici componenti, porta a Latina  un classico della scuola dell’est Europa, le bascule. A ritmo di rock, con tanto di cantante dal vivo che ha scalzato le abituali musiche tradizionali, la performance può contare sulle spericolate evoluzioni di diversi agili che si producono in salti mortali, tripli salti mortali, arrivi in quarta e quinta colonna.

 

Come si diceva in apertura, la giuria, davanti a tanta bravura, è stata chiamata ad un compito davvero arduo. Dopo il verdetto finale, il palmares era così costituito:

Due  i Latina d’Oro:

  • Deep Red (Russia) cinghie aeree
  • Sergey Stupakov (Lettonia) magia

Tre i  Latina d’Argento:

  • Troupe Kevin Richter (Ungheria) bascule
  • Duo El Beso (Ucraina) palo aereo
  • Vladyslava Naraieva (Ucraina) verticali

Quattro i Latina di Bronzo:

  • Ameli Bilyk (Ucraina) filo molle
  • Bello Sisters (Italia) acrobatica 
  • Tony Frebourg (Francia) diablos
  • Fratelli Olmos (Spagna) bascula coreana

Il Premio Speciale Giulio Montico è stato assegnato alle special guest di questa edizione: Enis e Bruno Togni.

Il premio della Critica (di cui faceva parte anche CircusNews) è stato assegnato a Sergey Stupakov.

L’appuntamento è per il prossimo anno alla 23^ edizione dell’International Circus Festival of Italy, per cui la direzione artistica è già al lavoro.

Filippo Allegri