La data di scadenza è quella del 27 dicembre prossimo: entro quel giorno, infatti, il Governodovrà emanare il Decreto Legislativo sul superamento dell’uso degli animali nei circhi.

A un anno esatto dall’approvazione, alla Camera dei Deputati, della Legge del codiceo dello spettacolo N.4652  che prevede il “graduale superamento dell’uso degli animali in attività circensi e spettacoli viaggianti” si attende che il Governo si pronunci definitivamente a tutela degli animali.

«Chiediamo che non vi sia nessun passo indietro e che la formulazione preveda tempi brevi per il superamento. In tutto il mondo oltre 50 paesi hanno emesso divieti sull’utilizzo di animali, mentre in Italia vige una legge del 1968, vecchia di 50 anni», ha commentato l’associazione Essere Animali che ha diffuso un video che mostra la triste realtà degli animali impiegati negli spettacoli itineranti.

Attualmente non è possibile fare una stima di quanti siano gli animali rinchiusi nei circhi dal momento che non esiste un registro nazionale con il numero dei circhi italiani e degli animali impiegati, nonostante sia certa la presenza di specie in via d’estinzione come elefanti, tigri, leoni, ippopotami e rinoceronti.

«I controlli sono particolarmente difficili in quanto i circhi cambiano spesso nome dell’insegna, si fondono tra loro o si scambiano animali», spiega Essere Animali.
Le uniche stime sono della LAV, che ha censito circa 2000 animali detenuti in poco più di 100 circhi rilevando, con il Rapporto del 2017 commissionato all’Istituto di ricerca CENSIS, come il settore sia in crisi e come vi sia un netto calo nel numero, tanto degli spettacoli, quanto degli spettatori.

Ad accumunare tutti gli animali impiegati nei circhi è un unico destino: quello di una vita di prigionia, senza alcuna possibilità di dare sfogo ai propri bisogni etologici.

La Federazione dei Veterinari Europei si è espressa contro l’utilizzo degli animali nei circhi dichiarando, nel documento "Use of wild animals in traveling Circus", che i mammiferi esotici “hanno lo stesso patrimonio genetico dei loro simili che vivono in natura, e mantengono perciò gli stessi comportamenti istintivi e bisogni naturali” che “non possono essere soddisfatti in un circoitinerante; soprattutto in termini di alloggi e di rispetto alla possibilità di esprimere comportamenti normali”.

Anche la FNOVI, la Federazione Italiana Ordine dei Veterinari, ha sostenuto che “la soluzione non può che essere la progressiva dimissione degli animali dai circhi”.