Incorniciato da colonne corinzie, contro lo sfondo blu di un dipinto di Marc Chagall: così è apparso in scena Alejandro Escobedo durante il Salieri Circus Award 2023, il prestigioso festival internazionale, diretto da Antonio Giarola, che fonde musica classica e arti circensi.

Sullo sfondo, per essere precisi, uno scorcio di “Paesaggio blu”, opera del 1949, dove fluttua nell’aria una coppia di amanti, due teste e due mani unite da una profonda vicinanza spirituale, accanto a un mazzo di fiori acceso di rosso.

Questa immagine, potente ed enigmatica, ben rappresenta l’arte di Alejandro Escobedo, che è fuori dai canoni consueti del circo, eppure ne rappresenta forse l’essenza autentica. Si tratta infatti di un’unione creativa libera e spontanea tra giocoleria, arte del mimo e clownerie.

Alejandro Escobedo ha avuto un percorso formativo assai rilevante, studiando clownerie, mimo e recitazione prima a Santiago del Cile e successivamente in Francia, presso l’École de Cirque de Lyon e alla famosa Accademia Fratellini. Tra i riconoscimenti più prestigiosi che ha ricevuto troviamo il “Prix Spécial du Jury” al 38° Festival Mondial du Cirque de Demain.

Immaginate un giocoliere tutto vestito di bianco, con il naso rosso e il volto espressivo, le cui palline possono diventare pesanti come macigni o improvvisamente bollenti come tizzoni ardenti. I ritmi sono sincopati, la giocoleria imprevedibile, anche spuria, con l’utilizzo di palline e anelli in contemporanea, in un quadro composito di estrema complessità espressiva, la cui portata è aumentata dalle note de “L’estate” di Vivaldi.

Suggestionato dalla scenografia lo immagino come uno Chagall della giocoleria, a tratti grottesco, ma espressivo e toccante. Non gli serve completare ogni figura in modo didascalico per rappresentare il suo mondo: gli bastano poche figure dai colori vivi, che restino sospese nel cielo della memoria.

Qualcuno non identificato tra le fila della giuria stampa, seduta dietro di me, dopo pochissimi minuti dall’inizio dell’esibizione esclama con voce ben udibile: “Troppo lungo!”. Dal tono perentorio deve essere persona autorevolissima, ma forse non troppo sorvegliata, visto che non si preoccupa di influenzare platealmente il giudizio dei colleghi, penso tra me e me. A onor del vero eravamo forse troppo lontani per godere pienamente delle espressioni di quel volto dipinto: una leggera miopia può aver influenzato negativamente alcuni giudizi critici. Roberto Bianchin, Presidente della Giuria Stampa, che inspiegabilmente mi definisce “penna velenosissima”, mi perdoni questo divertissement.

Personalmente avrei passato la serata a guardare Alejandro, cercando di svelarne gli enigmi. Un artista di assoluto rilievo in un’eccelsa selezione di artisti, estremamente diversi gli uni dagli altri, con alcune vette tecniche acclarate e altre inevitabilmente adombrate.

Ho pensato anche, mentre con gli occhi seguivo i virtuosismi del giocoliere, che Alejandro Escobedo sarebbe stato perfetto da premiare per CircusNews: un artista fuori dagli schemi, innovativo, ma con una formazione profondamente classica. Spero questo articolo possa servire, quindi, anche da motivazione.