Modena, una fredda sera di dicembre: non si trova un posto libero nel parcheggio del Palapanini, che di per sé è piuttosto vasto. Davanti agli ingressi due lunghe code, famiglie con bambini, fidanzati, gruppi di amici. E’ il pubblico di Alis, la produzione più longeva di “Le Cirque with the World Top Performers” che finalmente torna sulle scene dopo il disastro della pandemia. Gli ultimi spettacoli erano stati quelli dell’inverno 2019-2020, poi lo stop forzato. Un primo rinvio, un secondo, artisti bloccati all’estero, mesi interminabili.

Poi finalmente, poche settimane fa, la riapertura. Una ripartenza in grande stile, uno spettacolo sfavillante e sold out in tutte le serate.

Le Cirque si è ormai imposto come brand, un marchio di alta qualità e il pubblico ha compreso che dentro Alis troverà sempre un altissimo livello. Non ci sono manifesti affissi per la città, la pubblicità corre ormai sui social (Facebook, Instagram…) e soprattutto grazie alla madre di tutte le promozioni: il passaparola. Chi vede spettacoli come Alis (a cui più recentemente è stato affiancato Tilt) ne esce elettrizzato e, parlandone in termini entusiastici, diventa automaticamente il promoter perfetto.

All’ingresso due totem permettono di scaricare il programma di sala sul telefonino tramite un QR code, una scelta d’avanguardia, sicuramente ecologica ed in linea con la riduzione degli sprechi.

A ricordare che Alis è circo c’è la tradizionale pista rotonda, questa volta rialzata per dare ancora maggiore visibilità ai numeri a terra. Una struttura metallica a quattro antenne sostiene la torre scenica con lo sterminato impianto di luci e di amplificazione; un pannello concavo a tutta altezza alle spalle della pista funge da schermo per la proiezione delle scenografie multimediali.

Alis ha sempre avuto il grande pregio di portare in Italia artisti di caratura mondiale, premiati nei più prestigiosi festival internazionali (come Montecarlo) o provenienti dal Cirque du Soleil, universalmente riconosciuto come la massima espressione di circo contemporaneo. Negli anni Alis ha portato sulla sua pista, tra gli altri, artisti del calibro di Anatolyi Zalevskyi, rivoluzionatore dell’arte del verticalismo (tanto che oggi esiste lo stile “Zalevskyi”), Viktor Kee, straordinario visionario della giocoleria, Dmitriy Grygorov con lo strepitoso duo Flight of Passion alle cinghie aeree, Ulziibuyan Mergen, stupefacente contorsionista mongola e tanti altri.

Ma veniamo allo spettacolo che si apre con l’introduzione ad opera del gran maestro di cerimonie Onofrio Colucci. Immancabile frac multicolore, alto cilindro da personaggio fiabesco e bastone bitorzoluto, con il suo buffo incedere e il raffinato eloquio è l’anfitrione della serata. Anche se il suo personaggio è l’espressione più alta della clownerie del nouveau cirque, definirlo “clown” sarebbe senz’altro riduttivo: è artista poliedrico, mimo, attore di grande esperienza, già protagonista di diversi show del Cirque du Soleil (O, Zaia, Zed). A lui spetta il ruolo di presentatore-affabulatore dello spettacolo e con i suoi interventi crea i trait d’union tra i vari numeri. Onofrio Colucci, che è parte integrante dello show fin dalla sua prima edizione, è anche il direttore artistico dello spettacolo.

Coppia sulla scena, ma anche nella vita, Valentyn, ucraino di Zaporizhzhia, e Juliya, bielorussa (“a dimostrazione che la pace non solo è possibile, ma è una cosa normale”, come concluderà Onofrio Colucci nei titoli di coda) sono il duo “To Be Free” ed incantano con una performance alle cinghie aeree, che si avvicina molto ad un passo a due di danza. Da un insolito inizio a testa in giù, appesi solo alle caviglie fino al vorticoso tourbillon finale, la fusione dei due corpi in movimento crea un susseguirsi di figure in continua evoluzione. Le proiezioni delle scenografie sul fondale, il gioco delle luci e i vocalizzi di Rose Winebrenner cesellano un quadro di grande suggestione. Con questa attrazione si sono aggiudicati il Trofeo d’Argento in Belgio all’European Circus Festival e in Francia al Festival International du Cirque Val De Loire

La voce di Rose Winebrenner avvolge l’arena mentre si portano a termine i cambi di scena e di attrezzature, rigorosamente a vista. Cantante, polistrumentista, compositrice, artista visiva, da Chicago, Rose ha oltre trent’anni di carriera, che l’ha vista protagonista come vocalist nello show Zaia del Cirque du Soleil. Compone musiche in esclusiva per Alis e le arricchisce con la sua voce unica accompagnandosi talvolta con il flauto traverso.

Benjamin Kassai e Gordon Buti, in arte Be&Go, sono due giovani acrobati ungheresi specializzati nel palo cinese alto (circa sette metri; ne esiste una variante più bassa, di circa due metri). Forza, grande tecnica, muscoli d’acciaio, massima concentrazione: si alternano sfidandosi in arrampicate impossibili, plance a mezz’aria, discese a testa in giù con stop a pochi centimetri dal suolo e scambi in perfetta sincronia. Per loro, un’accoglienza trionfale al  Festival del Circo Budapest e ben tre premi speciali al Festival Internazionale del Circo di Montecarlo New Generation nel 2019.

Originalissima la regia per il contorsionismo della lettone Katrina Asfardi, una gattina che si sveglia e sbuca sinuosa da un tessuto, agile e flessuosa. Artista estremamente versatile, è passata dalla danza, attraverso la ginnastica per approdare alla collaborazione con il Cirque du Soleil. Recentemente è apparsa anche in Italia’s got Talent. Il finale in contorsionismo aereo, ad oltre otto metri di altezza, sospesa solo con presa ai denti è unico nel suo genere.

Il canadese Jonathan Morin è un veterano degli spettacoli di Alis, in cui è stato presente fin dalle prime edizioni. Star del Cirque du Soleil, nella sua perenne ricerca dell’insolito e dell’innovazione, ha creato una variante della cyr wheel: la doppia ruota incrociata. In Alis presenta una serie spettacolare di evoluzioni nella versione “a terra”: nel 2018 con lo stesso attrezzo, ma nella variante aerea, in coppia con Marie Eve Bisson si è aggiudicato il Clown di Bronzo al Festival Internazionale di Montecarlo.

In un’ideale passaggio di consegne da ruota incrociata a terra al cerchio aereo. Cambio luci e di atmosfera musicale, un arpeggio di chitarra rock graffiata per Marie-Eve Bisson, canadese, già protagonista degli show Dralion, Quidam e Kooza del Cirque du Soleil. Praticamente una vita in volo. Una serie di sequenze in movimento con il cerco sempre in rotazione, senza farsi mancare sospensioni con il collo e con i piedi, rese ancora più stupefacenti per l’assenza di lungia di sicurezza. Ha partecipato due volte al Festival Montecarlo, vincendo il Clown di Bronzo nel 2018 in coppia “aerea” con Jonathan Morin.

Direttamente da Romanengo (Cremona) arriva Pippo Crotti, campione di autoironia verso la propria fisicità, interpreta la reincarnazione di Jacques Brel cantando “Ne Me Quitte Pas”. L’atmosfera seriosa, a luci spente con un solo occhio di bue ad inquadrarlo, volge al tragicomico, quando il riflettore impazzito inquadra i più disparati angoli della sala tranne l’artista, costretto a rincorrere il fascio di luce per riavere il suo attimo di visibilità. Il finale della canzone arriva come una liberazione, quando lo chansonnier è ormai allo stremo delle forze. Una parodia davvero esilarante per un grande comico che ha collezionato ben 1500 repliche dello show Totem del Cirque du Soleil.

Un salto nel tempo, probabilmente molto lontano. Guilhelm Desq, di origine francese, è un eclettico suonatore di uno strumento millenario, la ghironda, un insolito apparecchio che sprigiona melodie dal sapore ancestrale, ma con contaminazioni che affondano nella musica moderna, con suoni elettronici e arrangiamenti contemporanei. Sullo sfondo alle sue spalle vengono proiettati grandi orologi di varia foggia, quasi a sottolineare lo scorrere del tempo, in un’atmosfera sospesa in un’epoca indefinita.

Tredici nervature di foglia di palma, un sottofondo musicale ipnotico, la concentrazione scandita dal respiro: Andreis Jacobs Rigolo, from New York City, presenta una performance a metà tra l’equilibrismo e la meditazione, dove non si può fare a meno di seguire in religioso silenzio la costruzione di una incredibile struttura apparentemente pericolante, appoggiando un fuscello su un ramo di foglia di palma, che a sua volta viene appoggiato su un altro ramo e poi su un altro ancora, via via fino a tredici rami. E alla fine basta togliere la cosa più piccola per far crollare tutto: perché sono le piccole cose, quelle apparentemente più fragili, che in realtà sostengono tutto il resto. Un numero iconico passato anche per Amaluna del Cirque du Soleil.

Nello spettacolo è tutto curato fin nel minimo particolare, non un movimento, non un gesto fuori posto: è quella che si chiama “regia”. I vocalizzi di Rose Winebrenner fanno da sottofondo ad una processione di sei mimi in rosso che liberano lentamente la pista dalle nervature di palma, mentre viene issato il tessuto su cui Silvia Dalle Nogare, italiana di Padova, coinvolge e trascina lasciando tutti con il fiato sospeso. Formatasi all’accademia Kataklò, è quella che viene oggi definita una “aerialist” completa, in grado di padroneggiare ad altissimi livelli indifferentemente trapezio, cerchio, cinghie e tessuti aerei.

La chiusura è riservata al duo Viceversa, ospite fisso di Alis fin dalla sua prima edizione:
Yves Decoste, canadese, è una pietra miliare del Cirque du Soleil, essendosi esibito in Mystère, Quidam, Zed.
Decoste è un monumento vivente, che ha fatto parte del cast di La Magie Continue, che nel lontano 1986 fu il primo spettacolo itinerante del Cirque du Soleil. Attualmente è in coppia artistica con Valentyna Sidenko, ucraina di Kiev, star a sua volta degli show Zaia, Zed, Quidam e Joya del Cirque du Soleil. Insieme danno vita ad un numero di mano a mano che definire “monumentale” è poco, la cui peculiarità (e ciò che lo rende particolarmente difficile) è la serie di sequenze di sollevamenti, plance e verticali tutte al rallentatore.




Un crescendo di numeri altamente spettacolari, dove stilare una classifica è praticamente impossibile. Il pubblico è ormai al delirio. Tutti gli artisti ritornano in pista e scendono per salutare gli spettatori da vicino. Ma le sorprese non finiscono qui. Nel frattempo sulla pista si sta preparando l’attrezzatura più ingombrante della serata: il muro con il doppio letto elastico. Scatenati, arrivano i famosi “sei inservienti in rosso” che avevamo visto attrezzare la pista dei colleghi in diverse occasioni. Sono gli Adrenaline troupe, ucraini, formidabili ed incontenibili saltatori che coniugano sport e arte circense portandoli ai limiti delle capacità umane. Un susseguirsi di salti mortali, evoluzioni acrobatiche e atletiche che infiammano il pubblico e chiudono definitivamente uno spettacolo memorabile.

In chiusura, Onofrio Colucci, accompagnato da un trascinante sottofondo rock, presenta uno ad uno tutti i formidabili artisti per un ultimo meritato e fragoroso applauso. Alis continuerà il suo percorso lungo la penisola anche nei prossimi mesi. Mentre il Cirque du Soleil, nelle sue tournée italiane, porta i suoi strabilianti spettacoli in un numero limitatissimo di grandi città, a Le Cirque TWP va senz’altro riconosciuto il merito di portare grandissimi artisti anche nelle città di provincia, dando la possibilità ad una platea ancora più ampia di vedere uno show entusiasmante ed assolutamente imperdibile.