Colonia, maggio 2022. Il Circus Theater Roncalli occupa una piazza centrale della città, attorniato da alberi secolari, che sembrano proteggerlo con i loro rami verdeggianti e rigogliosi, più alti dello chapiteau, appena mossi dal vento. 

Entrare è come tuffarsi in un tempo remoto, fatto di legni finemente cesellati, di poltroncine di velluto rosso, di decorazioni preziose ed eleganti. 

Mentre gli ultimi spettatori prendono posto,  a ridosso della pista inizia la proiezione degli ologrammi, che fluiscono in immagini continue e mutevoli, come per accogliere il pubblico e accompagnarlo fuori dalla realtà ordinaria. Anche se tra le molte proiezioni compaiono alcuni animali esotici, non sono un surrogato delle esibizioni con gli animali, piuttosto un’introduzione allo straordinario, una sigla d’inizio e benvenuto.

Quando gli ologrammi finiscono, inizia la realtà dello show, che si apre con la clown Krissie Illing in una straniante parodia della regina Elisabetta. È una regina grottesca, che passa dalla rigida etichetta di corte a gesti eclatanti, movenze inconsulte, parossismi ridicoli. Lascia una strana sensazione, quella del buffo dissacrante. 

Subito dopo entrano in scena i quadri viventi, ovvero personaggi truccati da grandi opere d’arte del passato, con tanto di cornice attorno. Si va dalla Ragazza con l’Orecchino di Perla di Vermeer all’Urlo di Munch, passando da Van Gogh e molti altri, per culminare nell’esibizione di un’opera d’arte vivente: la verticalista e contorsionista Maria Sarach, che ha dato vita agli astratti colori di Mondrian, creando forme geometriche in movimento, accostamenti cromatici, come se la vita fosse entrata nel quadro e gli avesse dato un corpo. 

Dopo questo capolavoro estetico è stato proposto il numero di giocoleria con gli anelli di Daniel Lysenko, sicuramente di livello internazionale, a tratti stupefacente, anche se nell’esibizione che ho visto non è riuscita la parte finale, di difficoltà estrema.

Una menzione particolare va riservata al Duo Luna di Marina Luna e Marika Gould, che hanno proposto un sensuale cerchio aereo a due, creando figure complesse e davvero spettacolari, impensabili senza un’assoluta armonia e fiducia reciproche.

Ma arriviamo al resto della clownerie, eccellenza del Roncalli. C’è ovviamente Gensi, Fulgenti Mestres, il famoso clown bianco, minimale e autorevole, essenziale nella sua eleganza. Diversissimo e complementare Anatoli Akerman, un augusto scalmanato e irriverente, piacevolissimo, osannato dal pubblico. Tuttavia, la mia predilezione non può che andare a Paolo Casanova, clown Carillon, che rappresenta la componente più poetica e innovativa. Clown Carillon, in compagnia delle sue prodigiose invenzioni e della affascinante cantante Nox, crea un’atmosfera meravigliosa e struggente, ricca di reminiscenze. Pare di assistere all’apparizione di un essere che ha sempre vissuto nei nostri sogni, fuori dal tempo, in un regno metafisico dove Amore e Psiche sorridono e si abbracciano. 

La seconda parte dello spettacolo si è aperta con il ritorno della clown Krissie Illing, in un numero piuttosto malinconico, in cui è seduta da sola a un tavolo, in attesa di qualcuno che non arriverà. Si tratta di clownerie inconsueta, molto teatrale, che non ha paura di raccontare anche le frustrazioni e i dolori umani. Personalmente non ho apprezzato questa performance sul momento, tuttavia ad una più attenta analisi emergono aspetti creativi coraggiosi, anche se non immediatamente godibili. 

Abbastanza particolare anche il numero di trasformismo del Duo Minasov, mirabile esempio di connubio tra circo e illusionismo, molto spettacolare, dove i due artisti sono entrati in scena su una roboante motocicletta. 

Poetico e romantico, eseguito su un pianoforte suonato dal vivo, il numero di Vanessa e Sven, anch’esso inconsueto per il ruolo assunto da Vanessa, che spesso si trova a sorreggere il suo partner, rappresentando una donna forte dal ruolo non stereotipato. 

La parte adrenalinica è stata svolta dalla troupe Jump’n’roll, che si è esibita nella prima parte dello show con i trampoli da salto e poi alla bascula. Ritmo incalzante, salti mozzafiato, anche se gli atleti mi sono sembrati fisicamente provati dalle numerose esibizioni della giornata.

A conclusione un numero davvero incredibile di mano a mano dei fratelli Acero, colombiani; direi impossibile, se non lo avessi visto con i miei occhi.

Dopo i saluti degli artisti e la meritata standing ovation, lo show ci regala una piccola postilla: la clown interpretata da Krissie Illing realizza finalmente il suo sogno romantico, trovando l’amore con il clown Anatoli. Si tratta di un vero lieto fine, della risoluzione dell’angoscia creata in precedenza. Il messaggio è luminoso: ogni sogno si può realizzare, anche se non subito e del tutto inaspettatamente. Lo show del Circus Theater Roncalli è questo: una bolla magica fuori dal tempo, che lascia il mondo di fuori, un bel sogno che si realizza.