Lugano, Canton Ticino, con il cielo d’inverno blu elettrico, e una falce di luna già visibile nella luce del pomeriggio.

Lo chapiteau del circo Knie accoglie gli spettatori in una soffusa luminescenza blu, appena velata di fumo. Qui il mondo esterno diventa lontano, un altrove; qui si entra nel grande circo classico, dove accade l’incredibile.

Lo show ha inizio con Bastian Baker, cantante pop melodico famoso in Svizzera, che in un sodalizio del tutto innovativo partecipa allo show della famiglia Knie.

Credo si debba avere una certa stima per Bastian, che ha provato davvero a entrare nello spirito circense, prestandosi non solo ad accompagnare alcuni numeri, ma anche a partecipare attivamente allo spettacolo. Certamente la sua postura a cavallo non è perfetta come quella di un provetto cavallerizzo, e non volteggia ai tessuti aerei con la scioltezza del professionista, ma credo abbia dimostrato davvero grande coraggio e versatilità. Inoltre, la sua partecipazione ha sicuramente attirato un pubblico nuovo, che ha potuto vivere per la prima volta le emozioni del grande circo.

Per prima cosa voglio ricordare il numero di Chanel Marie Knie, che ha portato in pista il suo pony bianco, il cui candore si univa a quello delle colombe, immobili sopra i cerchi, che il piccolo cavallo superava con precisione e fluidità. Un contrasto cromatico netto con i cavalli neri di Maycol Errani, superbi ed eleganti, condotti magistralmente in figure dinamiche e complesse. Nella cavalleria del circo Knie c’è un’attenzione all’estetica e uno stile obiettivamente inimitabili.

Ho anche rivisto con piacere il numero aereo del duo Flash of Splash, sempre grandioso ed estremamente sensuale, dove la figura femminile ha un ruolo di assoluto rilievo, sorreggendo incredibilmente il peso del proprio partner. Questa capacità di rompere gli schemi ordinari, di andare oltre il prevedibile, è una delle qualità che personalmente più apprezzo, una specie di marchio di fabbrica della vera arte circense.

Di grande sensualità e abilità anche il Duo Flame, che è stato accompagnato nell’esibizione dalla voce di Bastian Baker. Si potrebbe dire che questo è stato il culmine della parte romantica dello spettacolo.

Durante tutto lo show gli intermezzi sono stati riempiti dal Duo Full House, che ha intrattenuto il pubblico con numeri di cabaret e giocoleria, ben fatti ma a volte eccessivamente ingombranti, e non sempre originali (ma bisogna considerare che io amo la clownerie più mimica e meno parlata, e non apprezzo particolarmente la comicità basata sugli stereotipi, anche se funziona sempre).

Ma arriviamo alla parte adrenalinica, di primo piano, vista la partecipazione dei Mad Flying Bikers, che hanno volato con le loro moto da una parte all’altra del tendone, e dei The Gerlings, funamboli che hanno lasciato a lungo il pubblico con il fiato sospeso, costruendo un numero difficile e ardito, davvero temerario.

Ho molto apprezzato anche il numero con coltelli e balestra dei Double Risk, soprattutto per la rottura della consueta dicotomia tra uomo che tira e modella che resta impassibile, circondata da coltelli e dardi: qui anche il tiratore rischia di prendersi qualche freccia, e in parti che gli sono particolarmente care…

Dal punto di vista dell’adrenalina l’apice è stato toccato dal numero finale dello show: il globo dei record, con all’interno dieci motociclisti a girare vorticosamente. Si tratta di un’esibizione così spettacolare che è difficile quantificarne la pericolosità; a me è parsa inaudita, e sono stato felice quando si è conclusa senza intoppi.

Per concludere, posso dire che il circo Knie non delude mai: cerca sempre una strada nuova, che nessuno ha ancora percorso.

Il nome Knie, dopo più di un secolo, è emblema e sinonimo di grande circo.