LA DINASTIA TOGNI raccontata da DAVIO TOGNI a Potenza con il Circo DARIX TOGNI insieme al fratello Corrado, dal 26 febbraio al 7 marzo. Per l’uomo di circo il lavoro non finisce mai ed è così che il direttore DAVIO diventa anche clown nel corso dello spettacolo prima del suo numero da domatore.

di Domenico Leccese 

Davio TOGNI nato il 4 ottobre 1959 figlio di Darix, debutta a cinque anni come acrobata, poi si specializza nell’addestramento degli animali e attualmente presenta un originale numero esotico: un rinoceronte cavalcato da un leopardo e da lui stesso. 

Addestratore di cavalli d’altra scuola, è anche un porteur del numero dei volanti. Le mogli di Corrado e Davio sono due sorelle messicane che facevano parte di una troupe di volanti molto famosa, i Palacios.

 

I Togni, una dinastia circense

Capostipite della dinastia Togni è Aristide, nato a Pesaro nel 1853. 

Fondato nel 1872 da Aristide Togni, l’omonimo circo è l’unico in Italia a mantenere elevati livelli di qualità per cinque generazioni, pur sdoppiandosi in numerose imprese. Per amore di quella che diventerà poi sua moglie, Teresa Bianchi, figlia di un circense, fugge dalla famiglia e dalla sua vita di funzionario dello Stato Pontificio e nel 1872 fonda il primo Circo Togni.

Aristide nel 1880 sposa Teresa Bianchi, ha otto figli, quattro dei quali (i quattro maschi) continuano, alla sua morte avvenuta nel 1924, la tradizione circense di famiglia: Riccardo, Ercole, Ugo e Ferdinando.

Iniziato il “suo” circo con una sola povera scimmia, arriva addirittura, nel 1919, la consacrazione come “Circo Nazionale” negli anni ’30 dall’allora re d’Italia.

 

Il Circo Togni continua la sua attività durante il Ventennio. 

Negli anni ’30 il Dopolavoro Fascista non manca di dare supporto politico e finanziario, considerandolo uno dei maggiori strumenti di propaganda. 

Ma i Togni professano idee opposte a quelle del regime. 

In una sua intervista, Livio Togni afferma che suo nonno Ercole lavorava di nascosto con i partigiani, usando il circo per mettere in salvo ebrei e antifascisti. E nell’aprile del 1945, in attesa dell’arrivo degli americani, sempre Ercole, con i due figli Darix e Wioris, prende in ostaggio un gruppo di nazisti arroccatisi nell’Hotel Plinius nei dintorni di Como.

A quel tempo il circo aveva con se’ tigri, leoni, orsi, elefanti, cavalli. L’addestratore era Ugo. Di Riccardo non si trova traccia, mentre partecipano attivamente alla vita del circo gli altri due fratelli.

 

Questo, però, non basta a garantire al circo, incalzato anche dalla concorrenza delle formazioni kolossal straniere, una sicurezza economica

Si pensa addirittura alla liquidazione del circo, ma interviene l’allora sedicenne Darix supportato dal fratello Wioris e dai cugini, tutti giovani della terza generazione dei Togni che non vogliono abbassare la guardia di fronte alle difficoltà, ideando due nuovi grandi numeri, le piramidi e il jockey, numeri cui partecipa anche la futura moglie di Darix, Fiorenza Colombo.

 

Il circo Togni continua a dare spettacoli anche durante la Seconda Guerra Mondiale. 

In questo periodo, molto materiale del Circo viene requisito, i cavalli vengono presi dai nazisti, gli autocarri e i trattori vengono prelevati e prendono la via della Germania, sostituiti con buoi e carri. Addirittura, Ercole, con i figli Darix e Wioris, si segnala per aver costretto alla resa e fatto prigionieri in attesa dell’arrivo degli americani i nazisti arroccati nell’Hotel Plinius nei dintorni di Como.

Il clan famigliare dei Togni è vasto: riunisce le tre famiglie dei fratelli Ercole, Ugo e Ferdinando, che insieme affrontano diverse calamità ed incidenti: tra gli altri, nel 1921, l’incendio scoppiato nelle scuderie del circo a Ventimiglia, nel 1923, la distruzione di materiale a causa di cattive condizioni metereologiche durante la traversata in nave verso la Grecia e, nel 1945, l’uccisione di un domatore e di un inserviente da parte di nove leoni scappati a seguito di un deragliamento ferroviario.

 

Se, come si ostina a dire Livio Togni, il domatore non aggredisce i suoi servi, ma costruisce con loro un rapporto di fiducia, come mai appena possono fuggono o si ribellano?

Tra i tanti, un episodio è da segnalare in questo periodo per la sua valenza e per il tragico epilogo. Nel 1946, durante una trasferta, i vagoni che trasportavano gli animali deragliano (me li immagino tali e quali a quelli che trasportavano fino a pochi mesi prima altri prigionieri verso la Germania e la Polonia).

Nove leoni riescono a fuggire. Ma la loro fuga dura poco. Vengono massacrati dopo poche ore a colpi di mitra. 

L’arte circense non è certo frutto di improvvisazione, ma di un lungo e costante lavoro di studio e preparazione che comincia fin da bambini, quando si impara a trasformare il proprio corpo in quello di un atleta. 

Ovviamente ciascuno seguendo le proprie attitudini naturali, le simpatie e le attrattive perché, come spesso diceva Wioris Togni, “prima o poi tutti trovano la propria strada”.

Ma sarà nel 1951, in seguito a due incendi, uno a Bolzano e uno più tragico a San Donà di Piave, che avverrà la prima scissione. Ercole con i figli si ritira a Lonigo con il materiale salvato; Ferdinando inizia una tournèe con un piccolo circo intitolato a “William”; Ugo s’imbarca per l’America insieme alla famiglia con il Circo Mills.

Si riuniscono poi tutti ancora una volta nel 1952 sotto la spinta di Ferdinando, che convince Ercole a riunire le due famiglie sotto l’etichetta: “Come prima, meglio di prima”, progetto cui si unisce poco dopo il fratello Ugo di ritorno dall’America.

La riunione è momentanea, perché nel maggio del 1953, a Roma, si giunge alla divisione definitiva: tre circhi, uno per famiglia, preceduti dalla divisione d’ogni bene materiale. Nascono così con la famiglia di Ercole, il “Circo Darix Togni” (intitolato al figlio maggiore); con il gruppo di Ugo il “Massimo Circo Togni”; e con quello di Ferdinando il “Circo Ferdinando Togni”. 

A Ercole, sempre alla ricerca di novità, invece di scritturare artisti esterni alla famiglia, viene in mente un giorno di mettere su con i figli un trio di clown: i Sorellini, composto da Wioris, Darix e Checco Medori, ideale contraltare parodistico dei famosi clown italiani Fratellini, operanti all’interno del circo di cui fa parte la famiglia della moglie di Darix, Fiorenza Colombo. Il trio viene reso ancor più comico con la sostituzione di Ercole con il nano Franco Medori (il Bagonghi: nome dato nel mondo del circo ai nani deformi) che da anni apparteneva al circo Togni. Il numero dei Sorellini resta in programma a lungo e sarebbe rimasto in auge ancor di più, se il nano Bagonghi, non fosse morto il 24 agosto del 1951 soffocato dal fumo mentre aiutava a aiutare a spegnere un incendio scoppiato nel circo a Bolzano.

 

Allo straordinario numero del padre con le belve feroci seguiva il numero del figlio Livio che in tenuta da centurione come il padre, teneva testa ad un gruppo di vivacissimi leoncini. Alla vista del giovanissimo – domatore – il pubblico andava in visibilio scatenandosi in ovazioni ed applausi. 

Ma l’impresa più straordinaria che guadagna visibilità al circo è la traversata delle Alpi, che sulle orme di Annibale il circo Darix Togni effettua seguito da una carovana formata da due lama, due cammelli e tre elefanti.

Nel menage quotidiano degli spettacoli del circo “Darix Togni”, poi, figurano svariate persone con diversi ruoli: le tre sorelle di Darix, Doly (famosa per la sue bellezza ed eleganza), Leda e Vanette, lavorano rispettivamente come domatrice e cavallerizza, trapezista-danzatrice e piramidista a cavallo. Wioris, fratello di Darix, dopo un grave infortunio al polso, si indirizza alla parte tecnica, inventando, tra gli altri, una grande gabbia con struttura ad anello in cavetto d’acciaio a rete che sostituisce le sbarre di ferro e da più visibilità ai numeri dei domatori.

Sarà proprio Wioris ad aiutare Darix in uno dei momenti più cupi del circo Darix Togni: nel 1962, in Porta Volta a Milano, un terribile incendio devasta l’intera struttura uccidendo un elefante, tre cavalli e sette serpenti. 

Darix arriva alla soglia della decisione di abbandonare la vita circense. 

Egli stesso dice: “Non ne potevo più. Avevo anche la sensazione, non certo campata in aria, che qualche forza nemica avesse perseguitato da anni i nostri circhi. Ma il primo a darmi la forza di volontà per resistere e continuare fu mio fratello Wioris, che mi fu accanto con tutto il suo appoggio, con tutti i ragionamenti dettati dal suo cuore. Poi fu la volta di un bimbo, di dieci anni, che la sera stessa dell’incendio portò alla RAI una busta con cinquecento lire: Per essere consegnata a Darix, perché ricostruisca al più presto il suo Circo che a noi bambini piace tanto. Le lettere dei bambini divennero addirittura una valanga. Giungevano non soltanto da Milano ma anche da moltissime città della penisola. Le ho conservate in alcuni bauli, dai quali non mi stacco mai perché fanno parte del mio passato, e mi consolano quando qualcosa mi tormenta. Quelle lettere sono diventate la mia forza.”

Dopo la morte di Darix, nel 1976, i suoi figli, Livio, Corrado e Davio si riuniscono per un breve periodo sotto la dicitura di Circo “I figli di Darix Togni”. Nel 1990 fondano poi il circo Florilegio, che nasce come operazione di recupero del circo classico all’italiana, con spirito nostalgico, una forte autoironia e grande rispetto per la tradizione comica e farsesca. Caratterizzato da un’impronta forte di teatralità, più che sull’ingaggio di attrazioni esterne, Florilegio si distingue per il virtuosismo della piccola troupe e per gli animali esotici.

Nel 1953, a seguito dell’ennesimo incendio, i fratelli Togni decidono di dividersi. Ugo Togni da vita al Massimo Circo Togni, Ferdinando al Circo Ferdinando Togni, ed Ercole, con i figli Darix e Wioris, al Circo Darix Togni.

Eccolo qui, Darix, il fiore all’occhiello della dinastia, il grande trapezista e poi domatore, attore e abile costruttore di relazioni politiche, colui che nel nel 1958, in piena guerra fredda, ottiene il permesso di organizzare la prima tournee italiana del Circo di Mosca e che nel 1964 viene ricevuto in udienza dal Papa (ma come, non era comunista?).

Darix, conosciuto come “L`Uomo dei Leoni”, che inizia a fare il domatore nel 1946, con quello che sarà il suo costume di scena per tutti gli anni `50: un bel vestito da gladiatore.

Darix, colui che afferma: “La tigre è infida, ma (rispetto al leone) impara la lezione più presto e la ricorda. Anche se può dare la sensazione di una maggiore prontezza alla ribellione, è invece capace di rispetto verso il domatore”. Sono parole agghiaccianti. Come agghiacciante è il suo definire il proprio mestiere un “mix di dolcezza e ferocia“.

 

Darix divo del cinema, che partecipa a decine di film del genere “Peplum” tra cui “Spartaco”. Altro episodio terribile per la sua ferocia. Durante una scena girata all`Arena di Verona, in cui dei leoni avrebbero dovuto passare su una passerella sospesa sull’acqua, una leonessa tenta la fuga. 

L’eroico Darix, inutile a dirlo, “riusci` ad imporsi alla belva, lottando con il forcone e lo scudiscio” (tratto da Fondo Togni).

Darix megalomane, che nel 1959 porta a compimento la traversata dell Alpi come Annibale, con tanto di elefanti, cammelli e lama.

Darix dalle buone occasioni perse, visto che aveva deciso, nel 1962, di abbandonare il circo dopo un incendio accaduto proprio a Milano, durante il quale persero la vita un elefante, tre cavalli e sette serpenti. Peccato per il supporto datogli dal fratello Wioris, e anche da centinaia di bambini di tutta Italia, che corrono a donare i propri risparmi per aiutare il circense a ricostruire il suo circo. 

Darix con il figlio Livio nel 1955. Dopo il numero del padre con il leoni, si esibiva il figlio con un gruppo di leoncini.

Darix muore di leucemia nel 1976.
Continuano i suoi figli Livio (eletto senatore nel 2001 come indipendente di Rifondazione Comunista), Corrado e Davio, prima come I Figli di Darix Togni, poi con il Circo Florilegio, che vuole essere un elegante ritorno alle origini sia per gli arredi che per il tipo di spettacolo (da non confondere con l’omonimo circo, che sembra operare solo in Nord Africa e dal 2006, gestito dai figli di Livio, Max e Steve).

Suo figlio Davio Togni, nel 1976, riprende ad utilizzare il nome di Circo Darix Togni. È questo il circo che è arrivato da poco a Potenza.

 

Segue l’intervista sulla pagina fb

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