È uscito alcuni mesi fa il volume Noi, i Fratellini, traduzione di Antonia Liberto della celebre autobiografia di Albert Fratellini, edita nel 1955 in Francia e mai trasposta finora nel nostro idioma. Nel volume, un cult per gli appassionati di circo, l’anziano clown, poco più che settantenne, ripercorre la storia della sua famiglia e del popolare trio comico composto insieme ai fratelli Paul e François. I Fratellini furono i clown più acclamati della prima metà del ’900, veri e propri divi, al centro di un culto fra gli intellettuali parigini che considerarono grazie a loro, forse per la prima volta in maniera autorevole, la cultura circense. La particolarità della formazione a tre, proveniente dalla necessità pratica di provvedere al sostentamento della moglie e degli orfani del fratello maggiore Louis, appena mancato, ne fece la formazione di maggior successo della scena parigina durante gli anni Venti e Trenta del Novecento. Albert, l’Augusto, François, il clown Bianco, e Paul, il Contro-clown, debuttarono nel novembre del 1909 al Circus Busch di Berlino.

 Il volume, edito per l’editore romano Tab, riporta un’introduzione di Teresa Megale, docente in Discipline dello Spettacolo dell’Università di Firenze e curatrice del libro, nella quale è individuata l’importanza dei Fratellini per la storia dello spettacolo novecentesco, grazie ai loro rapporti con molti registi delle avanguardie teatrali (Antoine, Gémier e Dullin tra gli altri); ma viene anche tracciata con precisione l’origine fiorentina della famiglia: Enrico Gustavo (poi Gustave) Fratellini, padre dei tre celebri clown e capostipite della stirpe circense, era nato a Firenze nel 1842, penultimo di otto figli del vetraio Gioacchino, che viveva nel popolare quartiere di San Lorenzo. Questo è solo l’inizio di una lunga dinastia circense, ancora oggi attiva sotto i grandi chapiteau d’Europa, che passa dalla celebre Annie Fratellini che, col marito Pierre Etaix, fonda a Parigi la famosa Académie Fratellini, fino ad arrivare e sua figlia, Valerie Fratellini (Granier-Deferre), che ne è ancora oggi la direttrice. Antesignani della moderna clown terapia i Fratellini furono i primi a portare le loro entrate comiche nelle corsie di ospedali, scuole e carceri, per alleviare in questo modo le sorti delle persone che vi erano ospitate, circostanza nella quale sono rappresentati anche nel film I Clowns di Federico Fellini.

Una vita personale e professionale avventurosa, quella dei Fratellini, che merita di essere letta come fonte preziosa della storia dello spettacolo circense e come documento originale di un mondo che, attraverso il racconto del davanti e dietro le quinte, svela il duro lavoro e la visionaria magia: due mondi contrapposti che formano insieme l’essenza del circo.