A scuola dai clown – Imparare “a stare al mondo” giocando con tutto quello che esiste. E’ il circo che apre le porte ai più piccoli e attraverso il volto sorridente dei clown insegna ai bambini le arti del più grande spettacolo del mondo. A partire da ottobre alla Scuola di Arti Circensi e Teatrali di Maurizio Accattato sono aperti, per bimbi dai 4 anni e mezzo in su, i corsi di mimo, recitazione, giocoleria e acrobatica. “Imparare le arti circensi – spiega Accattato all’Adnkronos – non significa fare la scimmia ma imparare a vivere, a relazionarti con l’altro. Al circo si impara ad avere contatto con tutti gli esseri viventi, a condividere gli spazi. Per questo è importante educare i bambini al clown”.

Con le mani in pasta – Minichef e pizzaioli. Sono diversi i corsi che offrono la possibilità ai bambini di divertirsi con farina e matterello imparando l’arte del cibo. L’associazione Bambini in Cucina offre, ai bimbi dai 2 anni in su, la possibilità di cimentarsi con le preparazioni di base della cucina. “I nostri laboratori – spiega all’Adnkronos Federica Buglioni – si svolgono sia a domicilio che nella nostra sede. A casa, a piccoli gruppi, insegnamo a fare preparazioni a freddo: montare la panna, sbattere le uova, farsi da soli una merenda con la panzanella o con un piatto a base di frutta, fino a preparare da soli il buffet della festa di compleanno. Giocando imparano a usare gli utensili da cucina, a tagliare le cose e devo dire – aggiunge contro ogni previsione Buglioni – che sono così bravi che non pasticciano quasi per niente, sono ordinati e concentrati meglio degli adulti”. Per quanto riguarda poi i laboratori fuori casa, qui i bimbi possono imparare a preparare gli impasti di base “fanno il pane, la pizza, la pasta all’uovo, i biscotti. Si divertono e imparano il gusto dei sapori genuini senza bisogno di prediche sulla sana alimentazione”.

Piccoli musicisti crescono – Da Princeton a Milano, il programma di educazione alla musicalità Music Together si rivolge ai bambini dai 3 mesi ai 6 anni. “Accompagnati dai genitori – spiega all’Adnkronos il direttore della scuola, Christian Frosio – i bambini seguendo un percorso del tutto spontaneo e multisensoriale, fatto di movimento, contatto fisico, uso di oggetti che emettono suoni, incontrano melodie e ritmi che li aiutano a sviluppare il loro naturale processo di crescita musicale. E la musica – ricorda Frosio – sollecita e coinvolge tanti lobi del cervello. Avere un’intelligenza musicale non significa perciò solo sviluppare più aspetti della crescita del bambino”.