Parigi, Porte des Lilas, in una plumbea sera di fine aprile. Le Cirque Electrique non è solo un circo; e offre più di un semplice spettacolo d’intrattenimento. È anche una scuola, un luogo di ritrovo, un paradigma di creatività.

Se vi capita di passare da Parigi, e varcherete la sua soglia, vedrete una strana ambizione, tra il vintage e lo sperimentale, assolutamente imprevedibile. Non abbiate paura ed entrate ne “Le nouveau tigre”, che è un piccolo locale accanto allo chapiteau che propone bibite e ottimi vini al bicchiere per prezzi onesti. La clientela è allegra e abbastanza stravagante.

Lo spettacolo che ho visto si intitola Le silence dans l’écho, ed una creazione della nota compagnia CirkVOST.

Se cercate la tradizione e il circo vecchia maniera avete sbagliato indirizzo: qui la sperimentazione è un ingrediente fondamentale, e definisce in modo netto il gusto. C’è una netta differenza nella poetica: lo spettacolo non vuole solo far divertire lo spettatore, ma mira a colpirlo nel profondo, a farlo pensare. Non sono utilizzati, metaforicamente, solo i colori classici del circo, ma una palette emotiva molto più ricca: si avvertono meraviglia, tensione, angoscia, straniamento.

I protagonisti all’inizio sono vestiti con pesanti pellicce, come fossero sferzati da un vento gelido. Dell’acqua comincia a gocciolare sul palco, rischiando di allargarlo; allora la protagonista femminile cerca di arginare il problema con un secchio, che resta incredibilmente sospeso a mezz’aria. E questa perdita sarà ricorrente durante lo spettacolo, come un trauma irrisolto, come un passato problematico che continua a tornare. Allo stesso modo l’eco della voce dei protagonisti, che torna senza il loro controllo, come se ogni sentenza pronunciata non si risolvesse nel presente, ma restasse incisa in noi.

Il numero acrobatico al trapezio singolo, guidato dalla musica di chitarra elettrica, suonata dal vivo, termina con lo sfinimento dell’acrobata, che resta inerte, immobile, e viene raccolta esamine dal suo compagno.

Ogni tensione di risolve quando il secchio viene svuotato, e l’acqua raccolta altrove, anche se nel finale l’acqua ricomincia a gocciolare, forse perché certi problemi gli uomini non li risolveranno mai.

Uno spettacolo forte, coraggioso, che utilizza l’arte circense per sondare l’animo umano. Non per tutti, ma solo per chi vuole sbirciare le declinazioni più particolari del circo contemporaneo.