Un universo a sé che ha rivoluzionato il concetto di entertainment, intrecciando tutte le arti performative. Lo spettacolo sarà al Palalottomatica dall’8 al 10 e dal 15 al 17 novembre

Molto più che a un circo internazionale o a una realtà teatrale, la fortunata sigla del Cirque du Soleil corrisponde a un universo a sé che ha rivoluzionato il concetto di entertainment, che ha inventato una formula contemporanea e “global” d’intreccio delle arti performative, che ha dettato un nuovo e applauditissimo modello di “arenashow” e che ha saputo plasmare un genere di rappresentazione multimediale così attraente e ben strutturata da far nascere un impero planetario, popolato da migliaia di raffinatissimi acrobati, giocolieri, danzatori e clown: sono infatti numerose le troupe del “Cirque du Soleil” che oggi percorrono i diversi continenti. “Attualmente nel mondo sono in scena 19 spettacoli del Cirque”, racconta con allegro orgoglio il coreografo e regista americano Mark Shaub, che firma la direzione artistica dell’esotico e fiabesco “Dralion”, ora in arrivo a Roma. “Sette teatri a Las Vegas più un teatro a Orlando, negli Stati Uniti, stanno ospitando i nostri pezzi. E i restanti titoli nel frattempo sono in tournée”.

Di volta in volta il gioco consiste in un flusso d’immagini confezionato in modo astuto e avvincente, oltre che mozzafiato nella furia ardimentosa e plastica dei suoi “numeri”. Accompagnano il susseguirsi delle scene atletiche e circensi (ma bando all’uso di animali, esclusi dalla logica estetica del Cirque du Soleil) colonne sonore dal vivo affidate a un gruppo di musicisti, mentre l’ambientazione è sempre un mix di glamour cinematografico, fantasie avveniristiche e visionarietà psichedelica,”per il divertimento degli adulti e dei bambini”, incalza Mark Shaub. E ci informa che “il Cirque du Soleil, nato a Montréal nel 1984 come una piccola compagnia di venti artisti, oggi è formato da 5000 lavoratori, di cui 1.300 artisti di 50 nazionalità diverse. Abbiamo portato gioia e meraviglia a più di 100 milioni di spettatori”.

“Dralion”, atteso al Palalottomatica di Roma dall’8 al 10 novembre e dal 15 al 17 dello stesso mese, “è un viaggio di fusione tra la millenaria arte acrobatica cinese e la spettacolarità interdisciplinare del Cirque du Soleil”, spiega Straub, che nei suoi trascorsi professionali vanta la collaborazione al montaggio dell’Immortal World Tour di Michael Jackson. “Il nome unisce due parole corrispondenti a due simboli: il drago, vessillo dell’Oriente, e il leone, emblema dell’Occidente. Si punta a una metafora dell’armonia del mondo, o della ricerca dell’equilibrio tra uomo e natura, guidata da quattro personaggichiave affidati a quattro danzatori solisti. Ciascuno di loro incarna un elemento naturale riflesso in un colore: l’aria è blu, l’acqua è verde, il fuoco è rosso e la terra è ocra”.

La Cina è vicinissima in questo mirabolante affresco “che coinvolge 56 performer, di cui 26 sono cinesi”. Al solito la band suona dal vivo, “con un uso marcato delle percussioni, e la scenografia è un’enorme struttura metallica coperta da un manto lucente di alluminio perforato che sembra un’armatura medioevale o un tempio cinese futuristico, incoronato da quattro giganteschi artigli utili come supporti per i voli e le scalate. Sopra il palcoscenico tre grandi anelli metallici possono fungere da passerelle o da sostegni per le tante prodezze acrobatiche”. Dunque vertigini, tinte accese ed effetti sorprendenti: anche stavolta la festa del Cirque du Soleil è garantita.

di LEONETTA BENTIVOGLIO