“Bravo ragazzo, bravo ragazzo … ” E’ quasi mezzogiorno sui vasti terreni della Prévalaye, nella città di Rennes in Francia, dove è attendato il circo Francese Pinder. Dietro la tenda, una voce si alza: è il domatore Fréderic Edelstein.

Ogni mattina si allena con i suoi leoni, in una gabbia all’esterno. La terra è ancora bagnata dalla pioggia, ed è coperta di segatura. 

Dall’inizio dell’anno, il famoso domatore del circo Pinder, ha guidato il suo nuovo numero, progettato specificamente per i 160 anni del circo. “Questo è un numero unico al mondo, ha detto. Sono dodici in totale il numero dei leoni e leonesse bianche. Frédéric Edelstein è andato a cercarli nel Sudafrica, dicendo che: “Laggiù, sono minacciati ed i leoni bianchi sono molto apprezzati dai cacciatori di trofei.”

Il leone bianco non è un albino. La differenza di colore è dovuta alla sua particolare genetica. Una volta nella gabbia sembrano tutti uguali, tranne la criniera che può distinguere i maschi dalle femmine. Solo l’occhio esperto di Fréderic Edelstein riesce a riconoscerli. Egli li chiama per nome.

Come tutti gli animali del circo, la lingua utilizzata dal domatore per comunicare con loro è l’inglese.  I leoni lasciano i loro sgabelli per formare una piramide. Poi si alzano sulle zampe posteriori. 

“Con il tempo, la pazienza e la complicità, si arriva a lavorare con loro”, dice il domatore. Occorre però essere sempre in allerta e non bisogna mai deconcentrarsi. “Non c’è routine, dobbiamo rimanere sempre vigili, perché questi animali sono molto forti e potenti.” Infatti, a quel punto dell’intervista, una leonessa, eccitata dall’odore di carne servita agli animali, ha mostrato nervosismo, provocando una lieve ferita al domatore, dopo che essa aveva appoggiato la zampa sul collo di Frederic.

Per fortuna, la ferita era solo superficiale. Frederic Edelstein scompare in pochi minuti nella sua roulotte, per disinfettare la ferita, poi di nuovo nella gabbia. “Si ritorna dalla leonessa“, sussurra a bassa voce.