Quando il freestyle diventa funambolismo, i “trickliner” entrano in scena.

Lo Slacklining sembra essere sinonimo di equilibrismo ed acrobatismo. Il nome di quest’attività deriva dalla Slackline, ovvero una fettuccia di poliestere tesa tra due punti sulla quale si sperimentano “brevi passeggiate” da circensi. Questa disciplina, per certi versi, assomiglia infatti all’arte del funambolismo ma ne differisce in alcuni aspetti fondamentali: si cammina su di una fettuccia piatta e non è previsto l’utilizzo di un bilanciere.

Furono gli Stati Uniti nei primi anni ottanta ad assistere alla nascita di questa singolare attività sportiva, la quale si sviluppò specialmente nell’ambiente dell’arrampicata sportiva. Nel corso degl’anni, però, lo Slacklining si è rapidamente diffuso in tutto il mondo, rimanendo tuttavia un’attività di nicchia riservata ai veri fautori del brivido regalato dall’adrenalina.

Le fettucce utilizzate dagli “equilibristi” hanno una larghezza compresa tra un minimo di 2.5 centimetri ed un massimo di 5 centimetri. Inoltre, la disciplina vanta numerose specialità e tra queste le più popolari risultano essere la Trickline e l’Highline. Quest’ultima consiste nel posizionare la fettuccia tra due punti collocati a notevole distanza tra loro e ad un incredibile altezza da terra.

La specialità del Tricklining, invece, consiste nel creare evoluzioni, meglio note come tricks, sopra la sottile fettuccia. Solitamente per questa specialità, anche chiamata Freestyle, vengono utilizzate Slackline larghe 5 centimetri e lunghe 20 metri. La disciplina non prevede vincoli particolari e le evoluzioni possono essere di qualsiasi genere. Tuttavia, bisogna ricordare di non perdere mai l’equilibrio.

I tricks vengono solitamente chiamati con un nome specifico capace di contraddistinguerne le caratteristiche. Esistono, infatti, evoluzioni statiche come inginocchiarsi (knee drop) e sedersi a gambe incrociate (Buddha) ed evoluzioni dinamiche come: saltare (lemur leap), rimbalzare sulle natiche (buttbounce) e rimbalzare sul petto (chestbounce). Ma non solo, i più spericolati riescono anche ad eseguire avvitamenti e rotazioni (360° per il giro completo) o addirittura salti mortali in avanti (frontflip) o all’indietro (backflip).

In Italia esistono gare di freestyle in cui i partecipanti si sfidano uno contro l’altro in un girone ad eliminazione. Durante gli “incontri” i concorrenti, dopo essere saliti a turno sulla fettuccia, devono portare in scena i loro tricks migliori e l’occhio vigile di una giuria di esperti ne decreterà il vincitore.