Tour riposizionati e danni economici: la risposta di Le Cirque World's Top Performers.

L'effetto del coronavirus su tutti gli spettacoli dal vivo è stato devastante. Abbiamo intervistato, in esclusiva per CircusNews.it, Gianpiero Garelli, fondatore e guida della compagnia "Le Cirque World's Top Performers", con il quale abbiamo fatto il punto della situazione.

 

Come fronteggia l'emergenza coronavirus la produzione di Le Cirque World's Top Performers?

Come ha annunciato l’AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo), il coronavirus ha causato una perdita economica da 10 milioni di euro, solo nella prima settimana, per tutti gli spettacoli dal vivo che sono stati bloccati.

Noi, come produzione di Le Cirque World’s Top Performers, abbiamo assistito ad un crollo nella vendita dei biglietti dei nostri due spettacoli “Alis” e “Tilt”. Siamo passati da una media di 150 biglietti venduti al giorno a meno di 10 biglietti per spettacolo al giorno in questa settimana. Inoltre, ci siamo ritrovati anche a dover valutare l’ipotesi di non riuscire a far giungere in Italia il cast per poter svolgere gli spettacoli.

Così, già da lunedì 24 febbraio, in seguito agli sviluppi dell’epidemia in Italia, ci siamo subito messi a lavoro e, convocando il consiglio, abbiamo deciso di spostare i due tour primaverili di “Alis” e “Tilt”.

 

Come verrà riprogrammata la tournée di Le Cirque World's Top Performers?

Siamo già a buon punto per riposizionare tutte le tappe previste in primavera, in testa al tour invernale 2020 il quale, invece di partire a metà novembre, partirà un mese prima e diventerà un maxi tour di tre mesi e mezzo.

Stiamo definendo il calendario, in attesa di ricevere la disponibilità dei teatri per capire dove e come possiamo programmare le nostre tappe perché, giustamente, anch’essi hanno le loro problematiche ed esigenze. Aggiungeremo, inoltre, una o due tappe per ogni spettacolo cercando così di recuperare più di quello che abbiamo perso con questa mancata tournée, a causa del coronavirus.

Vogliamo dimostrare a tutti che possiamo tirarci su con le nostre forze in primis e insieme, con la speranza che questo coronavirus non si protragga per tanti mesi.

Quali ripercussioni sul cast artistico?

È stata una situazione estremamente difficile, poiché avevamo previsto l’arrivo di tutti gli artisti il 13 marzo, cioè tra poco più di 10 giorni, e già avevamo dovuto escludere gli artisti provenienti dalla Cina, poi alcuni da altri paesi e dagli Stati Uniti anche perché, a causa del coronavirus, ad alcuni di loro non venivano rilasciati i visti e i documenti per poter viaggiare.

Di conseguenza, visto anche il cospicuo numero di artisti bloccati, l’annuncio del posticipo della tournée è stato vissuto da loro come un sollievo.

Per la riprogrammazione della tournée non stiamo avendo particolari problemi riguardanti sovrapposizioni di scritture di artisti con altri spettacoli, poiché noi avevamo pianificato tutte le tappe del 2020 a settembre dello scorso anno. Adesso si tratta solo di aggiungere un mese ad un tour già programmato e, da una prima verifica, tutti gli artisti si sono già resi disponibili. Inoltre, vi annuncio che le tappe posticipate vedranno nel cast artistico anche due importanti new entry, che erano già previste per il tour invernale.

 

Come valuta l'impatto dell'epidemia sugli spettacoli circensi?

Per quanto riguarda il coronavirus, ritengo che in Italia ci sia stata una gestione troppo “ansiosa” da parte dei nostri politici e della Protezione Civile. Il tasso di mortalità è bassissimo ed è meno pericoloso di alcune influenze avute tempo addietro. Purtroppo questo modo di agire, con l’ausilio dei media compiacenti, ha aumentato un’isteria che ha portato al blocco totale di numerose attività, tra cui lo spettacolo dal vivo.

Noi, per ciò che ci riguarda, abbiamo già fatto delle stime. Sicuramente non recupereremo tanti costi sostenuti per questi due spring-tour programmati: in primis tutto ciò che riguarda la comunicazione e i materiali già prodotti, oltre agli acconti versati per i servizi logistici, per un totale superiore a 100.000 euro e senza poi contare i mancati incassi.

Da parte dei teatri, delle arene e dei promoter ho trovato piena disponibilità nella condivisione del problema, con la consapevolezza che ci sarà per tutti qualche sacrificio da fare.

La perdita economica c’è stata e mi auguro veramente che lo Stato italiano prenda con la giusta considerazione anche la nostra categoria.

Il circo italiano soffre

Quello che mi preme dire soprattutto a voi, che date voce al mondo del circo, è che tutto il circo, in particolare quello tradizionale, soffre, anche senza coronavirus.

Io sono molto attento e preoccupato per quello che è lo scenario globale del circo in Italia. Io sono partito con un progetto imprenditoriale puro, ho iniziato facendo importanti investimenti e abbiamo raggiunto già alcuni grandi risultati che cercheremo di portare avanti.

Più volte mi sono chiesto come possiamo dare una mano a questo movimento che non ha avuto la capacità di evolversi… è arrivato un tizio (il sottoscritto) che di circo ne sapeva poco niente, ma che dal nulla ha messo in piedi tutto questo, con i risultati che conoscete. Me lo sono sempre chiesto e mi dispiace, perché in Italia ci sono belle realtà storiche e importanti, e che, francamente, con questa crisi rischiano un collasso totale.