Sbarca in Italia, è proprio il caso di dirlo, con debutto al Teatro Donizetti di Bergamo dal 10 al 18 maggio, quel gran capolavoro di circo totale e assoluto firmato Daniele Finzi Pasca.
Daniele Finzi Pasca è il più importante e visionario regista al mondo quando si parla di circo. Lo abbiamo intervistato alcuni mesi fa dove abbiamo parlato proprio di questo spettacolo al suo debutto a Venezia. Fare uno spettacolo su Venezia senza cadere nella retorica e nello stereotipo sarebbe stata impresa ardua o addirittura impossibile per quasi tutti… ma non per lui. Quello che ne esce è uno spettacolo totale, immersivo e meravigliosamente bello. Bellezza raggiunta con il gesto tecnico, con le macchine sceniche, con le entrée di clownerie, con l’armonia ed il bilanciamento praticamente perfetto di tutte le arti presenti sul palcoscenico.
Circo in teatro una forzatura? Assolutamente no! Il circo nasce in teatro, solo recentemente (inizio ‘900), adotta lo chapiteau, reso poi celebre da Barnum. Da sempre, il teatro, è la casa naturale degli artisti circensi e negli ultimi anni stiamo assistendo ad un ritorno alle origini. Spettacoli di circo sono presente in moltissime stagioni teatrali, perché il circo “era e sarà il più grande spettacolo del mondo” (Cit. Nando Orfei).

Titizé – A Venetian Dream: lo spettacolo
Fedele al linguaggio dei sogni che restituisce immagini evanescenti, allusioni e miraggi, Titizé è uno spettacolo che conduce lo spettatore in un universo rarefatto e surreale. La sua narrazione, apparentemente frammentata ma profondamente allusiva, si sviluppa in un gioco caleidoscopico che intreccia diversi piani di significato, rievocando un iperbolico “grammelot”.
“Titizé”, “tu sei”: una parola emblematica e piena di ritmo, che con la sua evocativa sonorità richiama l’attenzione sul potere del verbo “essere”, sottolineando l’universalità di un’esperienza immaginata per coinvolgere intimamente un pubblico eterogeneo e di ogni età.
Lo spettacolo fonde tradizione e innovazione in un affascinante connubio tra clowneria, il linguaggio del corpo e dell’acrobazia – che permette di alludere, creare metafore, amplificare emozioni – e l’utilizzo di innovative macchine sceniche, dando vita a un teatro dello stupore e della leggerezza, senza dover ricorrere alla parola. Con un cast di dieci talentuosi interpreti, Titizé invita a immergersi nell’essenza di Venezia, dove il passato e il presente si mescolano in un unico affascinante racconto e le storie, sparse come conchiglie sulla spiaggia, ognuna con la sua bellezza e il suo mistero, si ricompongono in un prezioso mosaico.
«La clowneria che pratichiamo è da sempre intimamente legata alla tradizione e porta con sé echi del linguaggio della Commedia dell’Arte. Veniamo da un teatro dello stupore e della semplicità che negli anni abbiamo contaminato utilizzando macchine sceniche sempre più affascinanti, inventando un’estetica visiva che ci è propria. Costruiamo spettacoli nei quali immergiamo interpreti multidisciplinari in universi rarefatti dove la meraviglia a volte si manifesta in modo ingenuo, a volte ingegnoso, altre volte surreale», scrive nelle note di regia di Titizé Daniele Finzi Pasca, «La drammaturgia dei nostri spettacoli spesso sembra frammentata e allusiva forse perché facciamo sempre riferimento all’architettura del linguaggio onirico che usa con parsimonia le parole ma che ci interroga con immagini contraddittorie, allusioni e miraggi».
Titizé è uno spettacolo in cui ci sono «i riflessi nell’acqua, la diafanità delle sfocature quando le nuvole scendono basse basse, il gioco mitico del mascherarsi che ci rimanda al velarsi per svelarsi e per poi ancora rivelarsi: i tre movimenti magici che i maghi e gli sciamani conoscono e si tramandano. Ci sarà la notte e la sua follia, le cialtronate dei buffoni, oggetti che leviteranno, acrobati che voleranno, pioggia surreale e un continuo ricreare equilibri impossibili. Ci saranno i personaggi della tradizione che in un gioco caleidoscopico saranno moltiplicati, sdoppiati, smontati e ricostruiti. Uno spettacolo nel quale, come sempre, inseguiremo la leggerezza mantenendo un continuo dialogo fatto di empatia con il pubblico. Metteremo in scena il mondo dei Guitti che questa volta si presenteranno come abili prestidigitatori. Ci sarà Venezia con il suo splendore, le sue atmosfere, la sua poesia e i misteri che la abitano», conclude il regista.
Durata 1 ora e 20 minuti senza intervallo. Orari spettacoli: serale ore 20.30; domenica 11 e 18 maggio ore 15.30; lunedì 12 maggio riposo.
Bergamo 10-18 Maggio
Milano 17-19 Giugno
Napoli 24-25 Giugno
Venezia 9 Luglio-3 Agosto e 20 Agosto-21 Settembre