Si è concluso il I Festival Internazionale del Circo “Senza Frontiere”. Gli spettacoli si sono svolti al Grande Circo di Stato di San Pietroburgo, il celebre Ciniselli, primo circo stazionario dell’impero zarista che quest’anno celebra il suo 145° anniversario. L’Italia è stata egregiamente rappresentata da Davio Togni che ha portato a casa un bronzo.

Purtroppo l’evento nasce dall’impossibilità di ospitare artisti russi a Monte-Carlo come conseguenza delle sanzioni. Il mondo sembra barcollare come ubriaco sull’orlo di una catastrofe, molti sono ciechi davanti all’orrore della guerra, al disastro economico ed alle follie di vergognose riprovazioni culturali, il circo, però, non può finire vittima di tutto questo. L’arte non ha barriere e non può accettarne, è pace e deve essere esempio di amicizia. Così, in brevissimo tempo, nonostante le sanzioni politiche ed economiche e le grandi difficoltà logistiche, circa centocinquanta artisti, provenienti da più di venti Paesi, si sono ritrovati a San Pietroburgo, rispondendo all’appello di Sergei Belyakov, direttore generale del Circo di Stato Russo. Personalità del circo europeo come Peter Fekete, direttore generale del Grande Circo di Budapest, l’italiano Flavio Togni, direttore dell’American Circus, e Bruno Laloy, presidente del Festival Internazionale del Circo di Saint-Paul-les-Dax, hanno lavorato nella giuria insieme ai colleghi russi Tatyana Zapashnaya, vice-direttore generale del Grande Circo di Mosca in Vernadsky Avenue, e Maxim Nikulin, direttore generale del Circo Nikulin. Incredibilmente questa kermesse è diventata il primo evento culturale veramente internazionale degli ultimi mesi, un festival davvero “senza frontiere”.

Giocolieri, contorsionisti, acrobati, custodi di talenti e principi del meraviglioso, con le loro esibizioni hanno elevato un autentico appello alla pace. La festa d’apertura è stata un tripudio di musica e luci col balletto del Royal Circus di Gia Eradze. Coi loro sfarzosi vestiti d’ispirazione veneziana, coloratissimi e ricchi, ginnaste e giocolieri russi hanno infiammato il pubblico in un’esultante espressione di armonie e gioco, gloria della vita, gloria del circo, che si è percepita pulsare sempre, nelle esibizioni degli allegri clown come in quelle degli animali del francese Ivan Deforge. In questo ambiente fatato tutto sembrava possibile, ogni sogno poteva esaudirsi, ogni magia si poteva concretizzare e così i russi hanno accolto con scroscianti appalusi l’esibizione dell’equilibrista ucraino Ernest Palchikov.

Entusiasticamente è stata salutata anche la danza dei dolci pachidermi di Alessandra-Elena Tarus e Davio Togni. Senza ombra di dubbio, l’Italia è stata egregiamente rappresentata qui in Russia da una delle sue eccellenze. Davio ha fatto sentire al pubblico anche il ringhio ferino delle tigri. Erede di una gloriosa schiatta, è entrato nella gabbia con sei maestosi esemplari di Panthera tigris, ha costruito la piramide, ha comandato salti e disposizioni, ha vezzeggiato i suoi animali. Raccogliendo il testimone di una missione particolare si è fatto pure ambasciatore del circo con gli studenti di Mariupol, invitati per l’occasione a vivere un momento di spensieratezza.

I premi sono stati tanti. Oro per la squadra di acrobati di Anatoly Ruban del Grande Circo di Stato di Mosca di Vernadsky Avenue, oro per il numero di cinghie aeree del Duo Sukhorukov del Circo Nikulin e per un secondo numero di cinghie, quello del Duo Bikmaeva della Compagnia del Circo di Stato Russo. Argento agli acrobati bielorussi di Mikhail Filinov, ai giocolieri di Khalil Safargalin del Circo Reale di Gia Eradze, ai funamboli di Sergei Kozhevnikov ed al trio di clown “No Socks”. Bronzo per Ernest Palchikov, per l’equilibrista vietnamita Chu Thi Khan, per gli acrobati etiopi guidati da Yenenhe Tesfaye e per i nostrani Alessandra-Elena Tarus e Davio Togni.