Da sempre la progressione di passi su una fune, col costante pericolo di cadere, esercita sul pubblico una seduzione magnetica. Lo spettatore, dinanzi alle evoluzioni dei funamboli, vive un rapimento di cui fatica a decifrare le ragioni. E’ difficile, infatti, cogliere i segreti che questo numero custodisce.

Steven Ferreri, a Latina, ha eseguito un inno alla vita. L’abbiamo visto ballare, correre e saltare sul filo, affrontando ogni volta l’angosciosa questione della caduta. Il suo approccio spettacolare ha intrappolato lo spettatore in una concatenazione di prove sbalorditive, ha avvinto e coinvolto con balzi in avanti e indietro col fioretto, capriole, salti nell’anello di lame, piegamenti, sgambettamenti e passi danzati.

A ben guardare, il numero sul filo è la più chiara delle allegorie circensi.

L’uomo cammina su di una corda ogni giorno della sua vita, si tiene in equilibrio, può passeggiare ed anche tentare salti, riuscirci o fallire. La vita è questa, offrire se stessi alla probabilità di cadere, di sbagliare, di capitombolare e farsi male, nella convinzione che la caduta arriverà e, sì, ci si potrà rialzare, ma non sempre ricominciare e rimettersi in piedi sul filo sarà possibile.

Steven Ferreri ha trasmesso l’energia nell’affrontare le possibilità dell’esistenza, non ha mostrato solo il proprio coraggio. Ha comunicato il senso di un agonismo più alto. Il suo è un numero che fa risaltare qualità e meriti indiscutibili, grande agilità, controllo, equilibrio.

Photo Giovanni B. Pirro

Dentro la veste di show spumeggiante, il funambolismo conquista perché sfida tabù atavici, il terrore della morte, il timore dell’altezza e della sottrazione del contatto col suolo, la paura di perdersi nel nulla. Ferreri avanza disinvolto sul vuoto, sfida le leggi dell’equilibrio, accetta il faccia a faccia con la paura e la ragione. Il salto mortale completa una prova d’assoluto impatto che gli vale un doveroso Latina di Bronzo 2022.

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