Colorno, le sette di sera, nella radura di un parco verdeggiante. Lo spazio scenico è un quadrato ritagliato sull’erba, circondato da cuscini per i bambini e da basse gradinate di legno disposte sui quattro lati; al centro solo una bicicletta rovesciata, con le ruote al cielo.

E la vedremo girovagare da quelle parti, in alto, nel cielo dell’arte circense, che è fatto di tecnica, ma anche di sentimento e immaginazione.

Quando lo spettacolo ha inizio si presentano due persone in accappatoio bianco, che danno il benvenuto al pubblico. La cosa inconsueta è che lo danno personalmente ad ognuno dei duecento paganti, guardando fugacemente negli occhi. È un benvenuto teatrale e accogliente, che porta gli spettatori fuori dal normale ruolo dell’osservatore neutrale.

Il duo Alta Gama, ovvero Alejito Gamboa, argentino, e Amanda Delgado, catalana, non fa semplice circo acrobatico. Porta il pubblico con sé durante tutto il numero, lo fa avvicinare sempre di più, fino a fargli sentire sul volto l’aria spostata dalla bicicletta di scena. È circo dove ci si sente parte di qualcosa che sta accadendo, e sono cose belle, catartiche. Non capita spesso.

Alejito è corpulento, grosso, poderoso, ma leggiadro e aggraziato sui pedali, come un ballerino di tango. Amanda è flessuosa e sensuale, ma soprattutto impavida, e dà la sensazione di poter compiere imprese straordinarie (e qualcuna credo l’abbia effettivamente realizzata nella sua vita).

Insieme sono in perfetta sintonia, come se i loro corpi così diversi entrassero in risonanza tra loro e con il circostante.

Alta Gama riserva sorprese, e non solo circensi. Sono rivelazioni personali che gli artisti fanno al pubblico, confidenze sincere. Perché cercano di mentir lo mínimo, cosa che ognuno di noi dovrebbe cercare di fare, anche se è difficile. Vuol dire esporsi, mostrare sé stessi, e vincere la paura del giudizio altrui. È vivida libertà d’espressione, e richiede grande coraggio. Alta Gama in questo è davvero alta, e pedala nei cieli tersi del circo contemporaneo.