Navigando in rete e inserendo in un motore di ricerca la parola CIRCO, ci si aspetta di leggere: recensioni sugli spettacoli, formazioni di nuove troupe, superamenti di primati, etc e invece no! Per lo più le news che riguardano il mondo dello spettacolo viaggiante (ne ho soprariportate 3 ad esempio) per la maggior parte hanno due argomenti: il continuo “non volersi capire” tra dritti e animalisti, il non rispetto di regole da parte dei circensi.

E’ cosa nota che, di anno in anno, lo spettacolo del circo soffre per una mancanza di interesse da parte del pubblico, così come gli imprenditori circensi si trovano a dover riuscire a far quadrare i conti in un periodo nel quale la crisi coinvolge tutte le imprese, nessuna esclusa.

Cosa si può dire, fare, cambiare? Anche se i dritto-circensi non sono particolarmente interessati in merito alle opinioni e ai consigli di chi il circo non lo fa’ ma lo va’ a vedere e magari ne è anche, nonostante tutto, sfegatato fan, più per diletto che per intenzione dico che:
innanzitutto i dritto-circensi devono smetterla di sentirsi popolo di una razza superiore nella Nazione, smetterla di considerare i non circensi (gagi) esseri inferiori e facilmente “fregabili” dai primi e soprattutto aprirsi a quelli che, seppur non nati sopra un carrozzone e senza segatura nel sangue, si vogliono avvicinare all’arte circense. Perché ostinarsi ancora a obbligare la figlia dodicenne ad esibirsi con l’ hula-hoop e non ingaggiare invece dei giovani promettenti artisti dell’arte circense, sì quelli che magari si possono vedere in tv nelle trasmissioni tipo “Italia’s Got Talent” o “Tu si que vales”, etc. Perchè non accogliere sotto gli chapiteau gli artisti dei tanti circhi contemporanei presenti ormai a decine su tutto il territorio della penisola italica?

Perché una bocciofila non può, non deve imbrattare i muri (più volte al di fuori degli spazi consentiti) di una città con manifesti annuncianti un’importante gara di bocce, ma deve affiggerli negli appositi spazi e pagare i diritti di affissione? Buona parte dei dritto-circensi si sente esentata da questo rispetto della regola?

Perché una compagnia teatrale o un complesso musicale pagano: gasolio, corrente, assicurazioni dei mezzi come qualsivoglia impresa e il dritto-circense deve avere invece delle tariffe ridotte? Perché non devono essere rispettati i regolarmenti sulle occupazioni dei suoli pubblici? (N.B. sull’occupazione dei suoli, non dico i cites, altra storia…questa) Perché si devono lasciare le piazze in stati pietosi dopo la permanenza, per lasciare un cattivo ricordo o per quale altro giustificabile motivo?

Tanti troppi perché che sarebbe ora abbiano una risposta.

Così come un altro perché, non il più importante ma “di moda” se vogliamo, è questa mania di vittimismo, di unica dichiarata motivazione della crisi del circo, secondo i dritto-cricensi sono le manifestazioni animaliste l’unica causa. Sia chiaro, chi scrive non giustifica e non condivide il modo e la maniera di certe dimostrazioni, ai confini della violenza, da parte degli animalisti ma una soluzione, una vera mediazione, un certo buon senso soprattutto da parte dei dritto-circensi si deve, si può trovare. E’ inamissibile voler giustificare e difendere l’indifendibile, come un qualcosa che esibizione artistica non è ma solo “mostra” di un cavallo con in groppa una tigre in semilibertà che traina un carretto con un orso! I regolamenti (cites e non solo) ci sono e devono essere rispettati, senza eccezioni.

Tralascio volutamente la questione degli “orfeini”, in quanto a parer mio è unicamente un’offesa verso l’intelligenza e la buona fede delle persone, così com’è meglio lasciar perdere sulla “novità” (?) dei circhi degli orrori. Staremo a vedere!

Infine miei cari dritto-circensi, perché ancora questo ENC?
Ma oltre a far riunire ogni tot, un quarto di rappresentanza di voi tutti, per “discutere” di fondi FUS, di battaglie contro gli animalisti, di non se ne può più di questi signori, di ospitare politici di terza fila alla Giovanardi, perchè non fondate, organizzate una vera entità associativa (un ente fà beneficenza non organizzazione e gestione di categoria) che curi e organizzi gli interessi e le azioni di TUTTA la categoria, programmando la turnazione delle piazze, assicurando che una piazza non sia occupata da un secondo circo, se non a distanza di almeno tre mesi dal primo, facendo in modo che per le festività natalizie non ci siano una dozzina di chapiteau a Roma e nessun circo da anni in altre numerose e popolose città.

Una vera associazione di categoria, come ce l’hanno i commercianti, gli idraulici, gli artigiani.
E una particolare attenzione alla creazione di corsi speciali per i vostri giovani figli, non solo per riuscire a jonglare 7 clave o fare 4 piroette a terra, ma per sapere di marketing, di comunicazione, di contabilità, di informatica.

Chissà qualche dritto-circense leggerà queste righe, scritte assicuro non con cattiveria, ma con rabbia, si rabbia, perchè io come tanti il circo lo amo e miei cari circensi, i gagi come me sono la vostra materia prima, non dimenticatelo o meglio prendetene atto altrimenti sarà troppo tardi ma già mi aspetto i “cosa vuoi saperne te gagio”, “noi siamo i meglio” etc. sicuramente vero…