Qualche giorno fa ho avuto fortuna, e non sono stato il solo. A Vimercate, una cittadina della provincia di Monza e Brianza, ho potuto assistere all’eccezionale spettacolo di David Larible, uno dei più grandi clown viventi.

Nello spazio antistante il palcoscenico erano sparse poco più di un centinaio di sedie, e le rondini tracciavano scie nere nel cielo della sera.

David rappresenta l’assoluta classicità della clownerie, incarna magistralmente un paio di secoli di storia del circo; al contempo è attualissimo, perfettamente ancorato al presente.

È un “augusto” dal naso rosso, ma anche un clown musicale, che suona innumerevoli strumenti e canta con voce piena e intonata. Nello spettacolo ci sono persino brevi momenti di danza e giocoleria, che danno l’idea della vastità della sua formazione circense.

Si tratta di un modo di fare arte apparentemente semplice, ma di inaudita complessità, che difficilmente si può imitare (malgrado i goffi tentativi a cui ho assistito negli anni). È un’arte pura, universale, che funziona con tutti, a tutte le età, perché colpisce le corde più profonde dell’animo umano, e le fa vibrare fino a creare la risata incontenibile; vive di mimica, di comunicazione non verbale, ma anche di improvvisazione fulminea, e soprattutto di perfetta interazione con il pubblico.

Alla fine dello spettacolo David ha ringraziato sentitamente questo suo pubblico, definendolo l’unica condizione davvero necessaria per l’esistenza della sua arte.

Una musica può essere registrata, oppure eseguita secoli dopo; una tela dipinta e apprezzata dalle generazioni successive; l’arte del clown no, almeno non completamente.

Questa rara e altissima forma artistica è confinata nel tempo presente; tuttavia, quando è davvero grande, resta indelebilmente impressa negli spettatori.

Non è poco, specie in questi tempi oscuri, regalare un’ora e mezza di autentiche risate. Parlo di risate vere, irrefrenabili, di quelle che fanno piangere e quasi rotolare per terra, ma speciali, perché nate dalla creazione di situazioni profondamente e sottilmente poetiche.

Forse è questo che davvero differenzia David Larible dai suoi imitatori: la sua poesia, che pervade inconsapevolmente il cuore degli spettatori. C’è una poesia sotto le risate, che non va più via.

Armando Talas

Foto di Gaia Capone (fonte Comune di Vimercate)