Pauline Ducruet, figlia di Stéphanie di Monaco e nipote di Grace. La sua passione? Si nasconde sotto un tendone. E indovinate chi gliel’ha attaccata

Vedendola da vicino, fai fatica a nonpensare alla bellezza di sua nonna, la Principessa Grace; la ritrovi nell’ovale perfetto del volto, nella pelle di porcellana. Ma lei rifuta educatamente il paragone: «Ho sempre voluto somigliare soloa me stessa». In quel «me stessa», Pauline Grace Ducruet Grimaldi – fglia diciottenne di Stéphanie di Monaco e Daniel Ducruet – mette anche la passione per il circo che è al centro di questa intervista a Vanity Fair

E che a partire dal 2 febbraio la porta, per il secondo anno, a presiedere New Generation, festival di giovani talenti circensi, sotto il tendone del Circo di Montecarlo. In un pomeriggio di domenica, a Parigi, in una suite dell’hotel Murano, le brillano gli occhi quando ricorda il periodo della sua infanzia – aveva 7 anni – che passò nel circo Knie, in Svizzera: «Per un bambino, vivere sotto il tendone è un sogno. Ci sono famiglie di tutte le nazionalità, si vive a contatto con animali magnifci, in una situazione di totale libertà. Non ci sono diferenze di razza, religione o cultura, tutti sono uniti dalla stessa passione e da un obiettivo comune, quello di divertire la gente».

©Frédéric Nebinger

Se le chiedessi di scegliere il più bello tra i ricordi legati al circo, quale sarebbe? 
«Quello legato a mio nonno, il principe Ranieri. Quando arrivava Natale, sapevo che lo avrei visto e che saremmo andati insieme al circo. Era un rito che si ripeteva ogni anno, e ogni anno con la stessa eccitazione da parte mia. Tra noi scattava un feeling immediato quando cominciava a parlarmi di clown, di leoni, di cavalli… Mia madre mi racconta che faceva lo stesso con lei».

Com’è la sua vita, qui a Parigi? Non le manca la famiglia?
«Ci sentiamo tutti i giorni con mamma e papà. Per il resto le mie giornate sono molto piene: a scuola fno al tardo pomeriggio, poi gli studi a casa. Cerco, quando posso, di vedere mostre, di “appropriarmi” della città: Parigi è il posto dove ho sempre voluto abitare, mi piace infnitamente più di Londra o New York. Per il resto, sono una ragazza di 18 anni».

Sua madre Stéphanie ha raccontato di saper cucire, cucinare, lavare i piatti: la principessa Grace le aveva insegnato tutto «perché nella vita non si sa mai». Anche per lei valgono le stesse regole?
«Assolutamente sì. Sono bravissima a stirare, e tengo in ordine la casa. Mia madre e mio padre mi hanno insegnato, fn da piccolissima, l’importanza dell’autonomia. Aspettare che qualcuno faccia le cose al posto mio è impensabile». 

Si incontra spesso con suo padre?
«Ogni volta che è possibile. Siamo molto legati, e spesso mangiamo tutti insieme, con la mamma e i miei fratelli. Siamo una famiglia molto unita. Ricomposta, come tante famiglie al giorno d’oggi, ma legata da sentimenti forti e sinceri».

Con i cugini Casiraghi che rapporti ha?
«Da veri cugini. Facciamo vite diverse, ma ci incontriamo sempre con molto piacere nelle riunioni familiari».

Che cosa le piace del Principato?
«In realtà non ci ho mai veramente vissuto. Con mia madre abbiamo girato molto: prima, per vari anni, abbiamo abitato a Auron, un paesino di 500 abitanti, sotto le Alpi; e poi proprioin un circo. Lontanissimi dai fasti di Monaco».ù

Mi sembra di capire che le paillettes del Principato non fanno per lei.
«In realtà quelle del circo mi piacciono. E poi, è innegabile che la mia scelta di studiare moda sia stata infuenzata dai begli abiti, dai costumi di scena, dall’arte, insomma dall’atmosfera che si respira a Montecarlo. Per il resto, sono molto affezionata alla mia vita tranquilla. Lo sport, che continuo a praticare ogni giorno per divertimento, gli amici, la famiglia. Ecco quello che conta per me».

L’intervista completa sul numero di Vanity Fair in edicola

 
(23/01/2013 16:00)                                                                               di Carla Bardelli