Torna la magia fra le colline di Lajatico, in Toscana. Tornano la grande musica, i grandi artisti. Domenica 31 agosto appuntamento con l'XI edizione del Teatro del Silenzio, l'evento creato da Andrea Bocelli che anche questa volta sarà sul palco per interpretare un repertorio lirico composto  da alcune tra le più famose arie d'opera. Bocelli, i suoi amici artisti, la potenza di una grande orchestra sinfonica e del coro e un contesto speciale, con scenografie mozzafiato. Una serata ispirata a uno spettacolo antico e affascinante, il circo. Titolo di questa edizione è, appunto Le Cirque. 

Andrea Bocelli, per questa edizione ha scelto un tema particolare. Che cosa rappresenta per lei il mondo del circo, qual è il sentimento che l'ha ispirata?
"L’opera contiene in sé elementi che potremmo definire nobilmente circensi, e parimenti il circo, sovente, esprime una dimensione altamente artistica, nel virtuosismo che unisce abilità e lirismo, nel concetto costante di sfida, nella produzione dell’“inaudito” che stupisce ed emoziona".

Il circo è uno spettacolo popolare capace di raggiungere livelli altissimi di magìa. Potremmo definirlo speculare alla sua arte, alta ma che lei ha reso popolare e accessibile.
"Il melodramma e il circo possono essere interpretati entrambi quali metafore della vita. Ed attraverso la formidabile lente d’ingrandimento del rito, sono in grado di sorprenderci, avvincerci, rallegrarci, commuoverci, farci crescere. Le connessioni sono davvero tante e partono da lontano. Penso all’opera barocca ed alla sua vocazione per lo stupore e la meraviglia. Ma è solo un esempio…".

Fatto il giro di boa dei dieci anni, è sempre convinto della bontà della formula del Teatro del Silenzio, cambierebbe o ha cambiato qualcosa?
"Sostanzialmente, almeno sino ad oggi, la formula è la medesima. Una festa, per il pubblico e per gli artisti coinvolti, un rito di mezza estate alla ricerca dell’emozione e della bellezza, in un luogo il cui fascino per me è pura gioia poter condividere con i colleghi amici e con il pubblico. Pubblico particolarmente affezionato, che attende sempre con passione questo appuntamento e che raggiunge la Toscana, per l’occasione, da ogni parte del mondo. L’idea portante era e resta quella di prendere a prestito tale conca naturale di straordinaria bellezza, sotto il loggione del cielo toscano, per tramutarla eccezionalmente in spazio teatrale e poi restituirla, il giorno successivo, al paesaggio agreste, alla pace ed alla natura. Altra peculiarità, anche dal punto di vista scenografico, la volontà sinestestica che il teatro esprime: sia offrendo sul medesimo palco diverse espressioni artistiche, sia tramutando la stessa ribalta in oggetto d’arte che interagisce con il paesaggio".

A proposito del paesaggio. Il luogo d'elezione del Teatro del Silenzio è lo scenario, magnifico, di Lajatico. Che ruolo ha nella riuscita dell'evento e nella creazione di una suggestione così speciale?
"Credo che la location abbia un ruolo decisivo. A Lajatico sono nato, qui mi sento a casa. E la sensazione è proprio quella di invitare a casa mia, per una grande festa, artisti e pubblico. Queste colline che da sempre percorro, a piedi o a cavallo, grazie al Teatro del Silenzio sono state apprezzate e frequentate da tanti ospiti, da Placido Domingo a Josè Carreras, da Lang Lang a Laura Pausini, da Sara Brightman a Giorgio Albertazzi e da tanti amici in platea, da Steve Jobs a Sharon Stone, spinti dal desiderio di ascoltare buona musica e godersi il paesaggio. Il Teatro del Silenzio ha contribuito a far conoscere il nostro territorio nel mondo: motivo in più per festeggiare e verificare la bontà del progetto".

Le cirque: gli artisti del circo sono un concentrato di talento e sacrificio. In questo senso, che consigli darebbe a un giovane che vuole intraprendere la carriera artistica?
"Consiglierei umiltà e determinazione. Un artista deve credere fortemente nelle proprie potenzialità, deve essere severo con se stesso procedendo però sempre con ottimismo, non smettendo mai di credere nella propria passioni. Parafrasando una massima del filosofo greco antico Pitagora, suggerirei di prendere buone abitudini (perché il tempo le renderà gradevoli), di essere curiosi, di sapersi tutelare dai propri possibili preconcetti. Raccomanderei infine di tenere sempre a mente la cruciale importanza che l’artista svolge all’interno della società: è necessario prendere coscienza del fatto che l'arte e la cultura possano aiutare lo sviluppo e la pace nel mondo".

Sono giorni, tempi dolorosi. Quale ruolo possono avere, la musica, l'arte, i grandi eventi in un momento come questo?
"Penso che la bellezza, intesa come ciò che non pertiene al male, come ciò che non è offuscato dall’umano orgoglio, possa essere una risposta importante. Credo nella bellezza della bontà e nella bontà intrinseca della vera bellezza. Come ho già avuto occasione di dire, tutti i talenti dell'uomo sono indubitabilmente doni di Dio. I doni del Cielo non possono che portare bellezza e bene al mondo, a meno che l'uomo non decida di suo libero arbitrio di fare un uso improprio di ciò che ha ricevuto in dono, avendo avuto, proprio come primo e più prezioso tra tutti i doni, la libertà. Naturalmente è difficile definire la bellezza, un’essenza vibratile percepibile ma non catturabile: è uno slancio, che possiamo riconoscere nella buona musica, come in ogni altra forma d’arte… Esperienze che aiutano a crescere, a svilupparci spiritualmente, portando fatalmente con sé messaggio di pace e di fratellanza".

Lei da anni, con la sua Fondazione, vive in prima persona l'impegno contro il disagio sociale, la povertà, le malattie. Quali sono al momento i progetti attivi o che la Fondazione sta per lanciare?
"ABF si accinge a festeggiare il suo primo quinquennio di attività con, all’attivo, una serie nutrita di iniziative già realizzate oppure in corso, ed altrettanti progetti importanti, mirati al superamento delle barriere generate da povertà, disabilità, emarginazione sociale. Come è noto, siamo molto attivi ad Haiti, isola particolarmente bisognosa dove abbiamo realizzato e supportato ospedali, orfanotrofi, scuole ed una capillare azione di empowerment sulle comunità locali. Ogni giorno forniamo istruzione, cibo, supporto sanitario, a circa 2500 bambini. Inoltre a metà settembre, sul palco del Lincoln Center di New York, debutterà – accanto al sottoscritto – il coro di voce bianche “Voices of Haiti”, formato da bambini e ragazzi haitiani: si tratta di un’esperienza concepita come realtà didattica stabile, saldamente strutturata, grazie alla quale i piccoli coristi potranno valorizzare il proprio talento e fruire di opportunità educative, culturali, esistenziali, preziose per il loro futuro. Credo che ovunque, tra le comunità più povere e isolate di Haiti ma anche in Italia (dove collaboriamo con l’Elemosineria Papale) o presso il MIT di Boston, dove stiamo collaborando allo sviluppo di un device per accrescere l’indipendenza delle persone non vedenti, possa essere applicato ed espresso il significato più profondo della mission della fondazione, la sua ragion d’essere, la sua forza, che può riassumersi nello slogan “prendersi cura delle persone”. ABF vuole essere l’espressione traslata di questo approccio etico ed esistenziale, in cui credo fermamente e che ho cercato di maturare nel corso della vita".

E quali sono invece i suoi prossimo progetti professionali? Aida, CFN, Tds…
"L’incisione di Aida, sotto la direzione di Zubin Mehta, è uscita da pochissimi giorni. Anche se sarà il pubblico ad avere l’ultima parola, confesso di essere soddisfatto della qualità del progetto, soprattutto in ragione del grandissimo podio coinvolto e dei colleghi straordinari che vi hanno preso parte. Al principio di settembre mia moglie Veronica ed io faremo gli onori di casa per una nuova edizione della “Celebrity Fight Night”, kermesse benefica che nei primi due anni di attività ha già raccolto 18 milioni di dollari. Denari che hanno supportato per i due terzi i progetti della “Andrea Bocelli Foundation” e per un terzo quelli del “Muhammad Ali Parkinson Center”. Quest’anno l’evento si svolgerà tra Firenze, Venezia e Lajatico. Sarà una maratona filantropica di grande rilievo, con ospiti di rilevanza mondiale… Sofia Loren, George Clooney, Sharon Stone, Lionel Richie e tanti altri, ci hanno già onorato della loro presenza. Quest’anno gli ospiti non saranno da meno. Quanto ad ulteriori impegni professionali, come sempre continuerò a cantare in giro per il mondo: entro l’anno mi attende un tour in Brasile, più d’uno negli Stati Uniti, oltre a molti concerti in Inghilterra, Irlanda, Portogallo, Slovenia, Ungheria… Insomma, sempre con le valigie da fare e disfare, sempre gioiosamente pronto a cantare, fino a quando il buon Dio vorrà e fino a quando vi sarà chi mi chiederà di farlo".