Ringraziamo Gagio-51 per la segnalazione un articolo da Vita.it a firma di Ottavia Spaggiari  che lega il circo a nuove possibilità per chi ha vissuto grandi tragedie.

E’ una storia di riscatto, forza e speranza, quella raccontata da Even when I fall (letteralmente, Anche quando cado), il documentario che racconta la storia del primo e unico circo nepalese, fondato da tre donne sopravvissute alla tratta di esseri umani in India dove, dopo essere state vendute dalle famiglie, sono state costrette al lavoro forzato in alcune delle più grandi compagnie circensi del Paese. Arrivate in Nepal, dopo essere state salvate dal lavoro forzato e dalla prigionia, Renu, Saraswoti and Sheetal, le tre protagoniste di Even when I fall, si sono incontrate in un centro di accoglienza di Kathmandu e hanno deciso di mettere a frutto le capacità acrobatiche sviluppate negli anni di prigionia, per fondare il proprio circo, insieme ad altri 10 professionisti con lo stesso passato e utilizzare così lo spettacolo come strumento di sensibilizzazione e riscatto.

Con un obiettivo di raccolta fondi di 30mila pound, il documentario ha già raccolto oltre quasi 14mila sterline sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter, una buona metà ad una settimana dalla fine della campagna. 

Co-diretto dalle registe Kate McLarnon e Sky Neal, (quest’ultima ex trapezista), il documentario segue per cinque anni la storia del circo e delle ragazze, dagli inizi, ai primi successi internazionali, fotografando il percorso di rielaborazione del passato di sfruttamento da parte delle ragazze, il confronto con le famiglie che le avevano vendute da bambine e la re-integrazione nella propria comunità.

Questo è un film sulla speranza, sui sogni e sui giovani che ci sono di ispirazione e che mettono in discussione gli stigma sociali.” Scrive il team di produzione su Kickstarter. “Il film sarà anche uno strumento di discussione per le diverse tematiche che solleva, dall’empowerment femminile, alla libertà di espressione, all’istruzione.”

Il traffico di esseri umani è l’attività criminale maggiormente in crescita al mondo. Secondo il rapporto nazionale stilato dal governo del Nepal, circa 12mila bambini e donne ogni anno vengono venduti e trasferiti illegalmente in India, mentre attualmente ci sono dalle 100mila alle 200mila persone nepalesi vittime di tratta in India. I bambini spesso sono venduti dai famigliari, nella speranza di poter offrire loro migliori opportunità per il futuro, o per sostenere il resto della famiglia.

Il terremoto che aveva colpito il Paese nell’aprile del 2015, aveva reso la situazione ancora più insostenibile, come aveva dichiarato la ONG fondata da un gruppo di donne sopravvissute alla tratta, Shakti Samuha. Il sisma infatti avrebbe aumentato il rischio tratta, “Questo è il momento in cui i trafficanti arrivano con la scusa di portare aiuti, finendo poi per rapire le donne e attirarle con l’inganno,” aveva dichiarato la direttrice dell’organizzazione, nei giorni immediatamente dopo il terremoto.