Pubblichiamo l’articolo di Pietro Messana che recensisce la serata di Gala del 40esimo Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo.

Un’edizione senza precedenti e che, probabilmente, mai potrà essere superata se non fra dieci anni, in occasione delle nozze d’oro fra il Principato di Monaco e il suo straordinario festival del circo, in assoluto la più importante e seguita kermesse circense al mondo.
Tanti record, difficilmente superabili, per il quarantennale del “Festival International di Cirque de Monte Carlo”. Innanzitutto l’intervento del principe Alberto II che forse mai, prima d’ora, aveva parlato al microfono sotto lo chapiteau di Fontvieille, a due passi dell’eliporto. Lo ha fatto per regalare una sorpresa al pubblico e soprattutto alla sorella Stephanie che, dopo la morte del padre, ha preso in mano l’organizzazione dell’evento.

Al termine di una serata indimenticabile, quella del Golden Gala, stracarica di emozioni e durata circa 5 ore e mezza, il capo del principato monegasco ha annunciato che il Festival non avrebbe assegnato premi, come già si sapeva, ma che c’era un solo e meritatissimo “Clown d’Oro” assegnato, altro caso irripetibile, alla principessa Stephanie che “continua il lavoro iniziato da nostro padre Ranieri dando il massimo ogni anno per il Festival, grazie al suo grande amore per il circo. Quest’anno non c’è la gara ma c’è un solo premio, un Clown d’Oro per mia sorella’.
Anche i numeri della storica serata di martedì 19 gennaio, sono tutti unici, da record, grazie alle potenzialità che soltanto la kermesse monegasca può avere. Sarà praticamente impossibile vedere in futuro, tutti contemporaneamente in pista, tre dei mostri sacri della clownerie mondiale: l’italiano Fumagalli, l’ucraino Housch Ma Housch e l’elvetico-statunitense Bello Nock.

Impressionante poi il quadro con i fratelli Pelegrini, i portoghesi Peres (Adam ex marito della principessa Stephanie) e il bulgaro Encho Keryasov. Tutti gli spettatori si sono certamente rammaricati per non avere almeno tre occhi, con tre indipendenti cervelli, per vedere dettagliatamente le tre intere performances. Self-control, forza e splendida eleganza sono sgorgati a fiumi. Un’emozione intensa, divenuta commovente, quando i sei artisti hanno messo al centro Ivan Pellegrini (reduce da una bruttissima malattia) facendo quasi venire giù, per gli applausi e le urla, il tendone del festival.
E cosa dire di due fra i più grandi addestratori europei, Flavio Togni e Alexis Gruss, ad alternarsi in pista con i rispettivi cavalli ed a chiudere poi il numero scambiandosi ruoli ed animali. Un momento elevatissimo, anche questo unico, di tecnica e di spettacolo.

Ma il quarantesimo Festival di Monte Carlo ha voluto presentare al pubblico soltanto artisti che, nella loro carriera, hanno ottenuto ori, argenti e bronzi nelle precedenti edizioni monegasche. La principessa Stephanie, Urs Pilz e Alain Frere (i vertici dello staff) sono riusciti a portare in gabbia i tre clown d’oro dei grandi felini: il britannico Martin Lacey, il russo Nikolay Pavlenko e l’italiano Massimiliano Nones (zio di Stefano e cognato di Moira Orfei) che da tanti anni aveva abbandonato le piste dei circhi.
Incredibili le acrobazie sugli elefanti della famiglia Casselly (un numero che deve vedersi almeno una volta nella vita!), i salti dentro ai cerchi della troupe acrobatica di Pechino, i cani addestrati di Rosi Hochegger, le meraviglie aeree della troupe Flyng Tabares (ben 12 acrobati nel doppio trapezio volante).

All’edizione celebrativa, e assolutamente storica, dei 40 anni del Festival di Monte Carlo, c’erano spettatori, addetti ai lavori, giornalisti di tutto il mondo: oltre ai tantissimi monegaschi, anche moltissimi francesi e italiani, poi anche cinesi, russi, ucraini, statunitensi, kazaki e tailandesi. Ma c’era anche la storia del circo e dello stesso festival, racchiusa nel palco d’onore dove hanno trovato posto Emilien Bouglione (ingranaggio chiave, assieme alla famiglia, della prima edizione del festival), Liana Orfei (che nel 1975 prestò uno chapiteau realizzato per la manifestazione), Enis Togni (uno dei fondatori del festival e che per diversi anni offrì gli chapiteau del Circo Americano),  Walter Nones, Davo Casartelli e Alain Frere consulente artistico, da sempre, del festival.
Difficile, se non impossibile, descrivere tutto. In estrema sintesi possiamo dire che i presenti al Golden Gala (artisti e spettatori) potranno onorarsi di dire “io c’ero”. Chi invece non era presente alla straordinaria serata del 19 gennaio 2016, dovrà girare il mondo, in lungo e in largo, per trovare qualcosa di simile. Un’impresa ardua, se non assolutamente impossibile!

Le foto sono state concesse da Pietro Messana, che ringraziamo.