Dal 13 novembre al 5 dicembre, quattro fine settimana consecutivi, due spettacoli ogni sabato e ogni domenica: è questo il ruolino di marcia dei giovani artisti de “Il circo dei ragazzi straordinari n. 4” che sta andando in scena nello chapiteau di via Tirso a Verona con grande successo di pubblico.

Seguiamo da anni le prodezze dell’Accademia: siamo sempre presenti ai saggi di fine anno accademico e agli spettacoli del periodo natalizio, che quest’anno sono stati anticipati di qualche settimana. La nostra assidua presenza ci consente di vedere i progressi degli allievi, il raggiungimento dei loro traguardi e le cerimonie di consegna dei diplomi. I ragazzi entrano giovanissimi ed escono dall’Accademia con un bagaglio tecnico e artistico che permette loro di mettersi in luce sulle ribalte più prestigiose.

Solo negli ultimi anni dall’Accademia sono usciti alcuni dei più grandi talenti circensi di oggi: al recente Festival Internazionale del Circo di Latina le sorelle Bello con il loro trio acrobatico sono salite sul podio conquistando il bronzo, mentre Lorenzo Bernardi, rarissimo esempio di uomo contorsionista, ha ricevuto un importante riconoscimento dal Circo di Stato dell’Ucraina. I fratelli Holler e Kimberly Zavatta, che ormai salgono sul podio in ogni Festival a cui partecipano, sono attualmente impegnati in uno spettacolo del Cirque du Soleil negli Stati Uniti, così come Sarah Togni.

Gli ultimi due anni sono stati particolarmente difficili; ciononostante, diversi allievi, i più grandi, sono riusciti a concludere il percorso e a diplomarsi. E’ un ciclo continuo. Siamo in presenza, in un certo senso, di un cambio generazionale: usciti di scena i più grandi, l’età media degli allievi è oggi molto bassa. Proprio per questo, certi risultati sembrano miracolosi.

 

Lo spettacolo si apre proprio con due giovanissimi inservienti del circo che devono preparare la pista e gli attrezzi: una colonna sonora tipo comiche anni venti accompagna le peripezie dei due maldestri personaggi, che ben presto dimostrano di essere tutt’altro che sprovveduti. Sono Russel e Dylan Coda Prin, giovani, ma già molto determinati. Eleganti nella loro livrea rossa, nel loro godibilissimo numero di acrobatica a terra sfoderano una padronanza ed una sicurezza non comuni, accompagnati da una mimica facciale irresistibile. Ed è proprio questa leggerezza, questa venatura comica, così insolita per due ragazzi di quell’età (ventisei anni in due) a far sembrare semplici prese, sollevamenti, figure e salti che in realtà non lo sono.

Lo charivari che segue è ad uso e consumo delle “new entries” dell’Accademia: Jonas Niemen, Sean Niemen, Sofy Bogino, Sara Bogino, Michael Campos sono i giovanissimi nuovi allievi dell’Accademia che fanno sfoggio di salti al tappeto e piramidi. Nel frattempo guadagna la pista Matteo Grioni, anche lui giovanissimo, ma già con qualche anno di accademia sulle spalle: salti mortali e equilibrio alla scala libera evidenziano tutti i progressi di questo giovane ed eclettico artista. Quando poi arriva a saltare in tuffo quattro suoi “colleghi” allineati, dimostra ancora una volta che la stoffa dell’ottimo allievo c’è tutta.

Gran uniforme da cerimonia e alto cappello a cilindro, presenta lo spettacolo il direttore Andrea Togni: per dimostrare che solo con lavoro, studio e passione si possono raggiungere grandi risultati, chiama in pista Alexander Malachikine. Dopo un anno e mezzo di studio alle cinghie aeree, il giovane fa già sfoggio di una buona tecnica, ma è il caso di dire che “buon sangue non mente”: Alexander è figlio di Lara Orfei Nones e nipote della grandissima Moira Orfei. Irene Ceppo invece ci dimostra che dopo due anni di studio si può diventare campioni di strappate ad un solo braccio. Dopo tre anni, e nonostante ne abbia solo dodici, Brandon Sterza, concentratissimo, sfodera una sicurezza disarmante: le sue salite a squadra in avvitamento e soprattutto gli stop in plancia perfetta lasciano stupefatti e soprattutto danno la certezza che tra qualche anno avremo un artista coi fiocchi.

Il trapezio è senz’altro il numero che nell’immaginario collettivo più rappresenta il circo: sorridenti e spericolate, Viola Cosentino e Sofia Bruno proseguono la tradizione delle giovanissime trapeziste dell’Accademia, salgono a diversi metri di altezza e presentano un numero pieno di difficoltà tecniche (volteggi, avvitamenti, prese alle caviglie ecc.) tutte con il trapezio in oscillazione. In fin dei conti la colonna sonora della perfomance è “Volare – nel blu dipinto di blu”.

L’accademia non prepara gli allievi solo dal punto di vista tecnico: un occhio di riguardo viene riservato alla presentazione artistica dei vari numeri, che vengono creati e cuciti sui ragazzi. E proprio il cucito ha una certa attinenza con il numero di verticali di Alice Casaglia, che interpreta la costumista alle prese con metro e modelli nella sartoria del circo. I suoi manichini diventano supporti per le verticali e le figure acrobatiche che esegue sempre sorridente e con grande perizia. Non essendo di famiglia circense, Alice ha dalla sua parte un motore particolarmente propulsivo: la passione, che spesso consente di arrivare a grandi risultati. E nel suo numero traspare tutta.

Nella conduzione dello spettacolo, il direttore si avvale della collaborazione di Lachezar “Cesare”, insegnante interdisciplinare dell’accademia, in costume variopinto ed autentica spalla comica. Insieme danno vita agli intermezzi che permettono di allestire la pista per il numero seguente. Il compito fondamentale del gruppo di insegnanti è quello di dare delle solide basi multilaterali agli allievi, cercando nello stesso tempo di individuare le attitudini che unite alla preparazione tecnica e artistica daranno vita a dei performer completi.  In un numero corale, un fantasioso quadro di cerchi aerei,  Caterina Galvani, Benedetta Munno e Sara Ling catalizzano l’attenzione del pubblico, che resta incantato con naso in su.

Pur essendo ancora giovanissimo, Luca Grioni è ormai un veterano dell’Accademia e si avvia a diventare un artista a tutto tondo. Qualche anno fa avevamo visto grandi potenzialità in quel ragazzino spericolato che si avventurava sui rulli. Star indiscussa del circo di famiglia, oggi Luca è una autentica certezza e il suo numero di rola rola è uno dei punti clou dello show. Con una felice intuizione, la direzione artistica ha immaginato un giovane alle prese con lo skateboard e con equilibri impossibili su palloni, rulli e colonne di rulli: Luca ha trasformato quel progetto in realtà, fino a salire su sei skateboard sovrapposti in equilibrio su un rullo oscillante.

Gli hula hoop sono attrezzi insidiosi, perché è facile cadere nello stereotipo ed eseguire un numero un po’ simile a tutti gli altri. Non è certo il caso di Nicole Niemen, che presenta un numero di hula hoop finalmente originale e che si stacca non poco dalla tradizione. Al posto delle rotazioni dell’attrezzo con il corpo, è stato privilegiato l’aspetto della giocoleria e dell’abilità nella manipolazione, con la creazione di figure molto particolari, in una coreografia particolarmente azzeccata e ritmata su una colonna sonora di respiro classico.

Una rock ballad accompagna Emily e Sarah Ling, sorelle nella vita e compagne di lavoro sulla pista, nel loro coinvolgente numero di mano a mano, dove l’affiatamento e la totale fiducia nell’altra sono le basi portanti, di pari passo con la tecnica. Nei duo di mano a mano, i ruoli sono generalmente ben distinti: il porteur, colui che sostiene l’altro, e l’agile, che esegue gli equilibri. Anche se Emily, la più grande, è il porteur, mentre Sarah è l’agile, la sequenza dei tricks, un complesso di figure in continua trasformazione, è studiata in modo da valorizzare le abilità acrobatiche di entrambe. Nel finale c’è tutto: forza, equilibrio, contorsione…

Anche Devis Papili non è di origine circense ed è l’esempio classico di quanto la passione e la tenacia miste al lavoro possano dare frutti straordinari. Il suo insolito numero di giocoleria con i palloni da calcio (un omaggio ad Enrico Rastelli, uno dei più grandi giocolieri di tutti i tempi) è una bomba. Padrone della scena, si muove con la sicurezza dell’artista di esperienza, ma con la freschezza di un diciottenne. Preciso, brillante, disinvolto, si cimenta con tre, quattro anche cinque palloni, usando indistintamente mani, piedi, braccia, testa e persino il collo (gli stop sulla fronte e sul collo sono da applauso a scena aperta).

Fino a qualche decennio fa, l’artista entrava in pista per mostrare tutta la sua bravura, per stupire il pubblico mostrando qualcosa di incredibile che solo lui sapeva fare; oggi la concezione è cambiata, ogni numero ha una propria drammaturgia e racconta una piccola storia. Nella città di Romeo e Giulietta, non poteva mancare una storia di innamorati. Su un tema musicale romantico di pianoforte e archi, come se fosse alla finestra in attesa del suo amato, Elisa Ruggiero, raffinata contorsionista, si trova dentro una struttura che le permette un susseguirsi di figure, sia a terra sia in sospensione, per arrivare a quello che è il culmine della performance di ogni  contorsionista classica; la piegata indietro e la raccolta del fiore con la bocca. Sull’altro lato dello chapiteau, al palo cinese, Joshua Molinaroli veste i panni di un Romeo dei giorni nostri che si arrampica per arrivare al balcone dell’amata. Il palo cinese richiede forza e controllo assoluto su ogni singola parte del corpo: Joshua non solo le ha entrambe, ma aggiunge anche una grande espressività, da attore, oltre ad una incredibile naturalezza. Movimenti puliti, linee precise, plance e verticali perfette, le sue salite e discese, soprattutto quelle “a passeggiata nel vuoto” sono puro spettacolo.  Un numero di coppia di grande intensità, molto ben confezionato, davvero un piccolo gioiello.

 

Un’ispirazione disneyana, una colonna sonora famosissima, costumi e trucco fantasiosi, una regia molto curata, quattro giovani acrobate che volteggiano in altezza ai tessuti aerei… c’è tutta l’essenza dell’Accademia in questo numero: spettacolo, creatività, innovazione, gesto tecnico. Cora L’Erario, Marta L’Erario, Benedetta Munno e Giorgia Bizzego, fasciate in costumi dall’effetto squamato e con lunghe chiome rosse ondulate sono quattro sirenette Disney che salgono verso la sommità dello chapiteau su altrettanti tessuti turchesi. Non è una troupe, ma una performance corale altamente scenografica che riempie tutto il tendone, dandoci l’illusione di trovarci sul fondo dell’oceano mentre le sirene “nuotano” sopra le nostre teste. Uno di quei numeri che impreziosiscono uno spettacolo e di cui ci sarebbe così bisogno nei circhi tradizionali.

Se le sirenette con la loro danza aerea ai tessuti hanno incarnato “il sogno”, in basso, sulla pista, c’è un giovanotto che dorme beatamente nel suo letto, ma che la sveglia maledetta riporta alla dura realtà. Leonardo Togni (il nome è già di per sé una garanzia) è costretto controvoglia a prepararsi per andare a scuola. La rabbia monta ai massimi livelli e per sfogarla inscena un  crescendo di salti acrobatici al letto elastico con una soundtrack hip-hop che ne sottolinea il dinamismo. Gran finale con un doppio salto mortale, ma soprattutto con un salto in volo attraverso un cerchio, dal quale esce e atterra completamente vestito con… il pigiama, pronto per ritornare a letto, in barba alla sveglia crudele.

E per concludere, gran finale con tutti i ragazzi “straordinari” che hanno dato vita a questa quarta edizione e con i loro insegnanti “straordinari” Lachezar Yankov, Giulia Fornaciari, Tania Bogino, Kate Coll, Mariana Hartung, Micha Malachikine, Nicolae Babacaev, Aslam Abdessalam.

L’appuntamento è per la quinta edizione del Circo dei Ragazzi Straordinari. Noi non mancheremo.

Filippo Allegri