comunicato stampa

L’Associazione Culturale “Giulio Montico”, che da oltre venti anni organizza e produce il Festival Internazionale del Circo d’Italia, manifestazione tra le massime del suo settore a livello mondiale, intende dare il proprio contribuito affinchè il ripristino di una “ordinarietà” da molti mesi compromessa, e talvolta fortemente, possa passare anche attraverso quanto il mondo del Circo, con le peculiarità che sono proprie della sua antica tradizione, sa proporre a chi da sempre ne è affascinato.

L’anno in corso passerà alla Storia per gli eventi tristemente noti a tutti: la pandemia, ad oggi per nulla risolta, ha segnato in modo indelebile le esistenze di ciascuno. Talune perdite resteranno, purtroppo, mai più colmabili. Le luci lungamente spente sui palcoscenici di ogni forma di spettacolo, sebbene rappresentino tutta la difficoltà di un intero settore della produzione culturale significativamente provato sono, altresì, il segno di una partecipazione silenziosa e rispettosa alla difficoltà di molti.

“Più libri, più liberi”: risuona vivida l’eco di uno slogan che, anni fa, intendeva rappresentare quella dimensione di libertà, intellettuale e non, che scaturisce dalla Cultura. Una circostanza che appare netta quando si pensi alle fragilità, alle povertà, alle schiavitù, anche qui intellettuali e non, che l’assenza di Cultura produce quali conseguenze ineludibili. Riavviare l’industria culturale, ritornare ai cittadini attraverso l’Arte, riaccendere i riflettori sulla bellezza, oggi più che mai, parrebbe un’opportunità per sostenere la capacità di resilienza che le nostre comunità, in ogni modo, stanno perseguendo.

Se da una parte sussistono gli intendimenti descritti, d’altro canto occorre assolutamente mettere a fuoco quanto ascrivibile alla particolare situazione di contesto da ogni punto di vista: in primis gli aspetti legati allo status quo sanitario, a seguire i principi della sicurezza e delle misure prudenziali che ne scaturiscono, non da ultime le questioni burocratiche e quanto legato all’economia.

Nella fattispecie, dunque, tenuto conto di auspici ed obiettivi, ed avendo riflettuto sulle doverose limitazioni imposte, si pone per l’anno 2020 l’opportunità di “rimodulare” il progetto abituale del Festival: la 21^ edizione, prevista per il prossimo mese di Ottobre, da Giovedì 15 a Lunedì 19, ha in sé, prima ancora di ogni possibile pianificazione di dettaglio, il carattere di un’edizione speciale: al centro della proposta di ciascuno spettacolo in programma saranno le performance di quegli artisti, italiani o residenti in Italia, che, dai vari complessi circensi che purtroppo vedono tuttora interrotta la propria normale attività, potranno raggiungere Latina, città da sempre sede del Festival, per partecipare a questo progetto di rilancio artistico e culturale.

L’imminente ventunesima edizione del Festival avrà un carettere del tutto speciale anche poichè sarà il risultato di una straordinaria sinergia: l’Ente Nazionale Circhi, l’Istituzione di settore che da sempre patrocina il “Festival di Latina” riconoscendone autorevolezza e prestigio, farà convergere all’interno della grande kermesse la seconda edizione di “Viva il Circo!”, festa del Circo italiano. Come non immaginare che l’appuntamento di Ottobre, nella sua originalità, possa rappresentare un’opportunità straordinaria di rilancio e valorizzazione dei differenti linguaggi del circo italiano: tanti artisti covergeranno a Latina, ciascuno dal proprio complesso circense, per allestire uno spettacolo corale all’interno del quale ciascuno sarà portatore di un messaggio di gioia e leggerezza.

Le difficoltà e gli oneri che un simile progetto pone a chi intenda farsene carico in termini organizzativi e di produzione sono evidenti; riteniamo tuttavia che perseverare nel mantenimento di una tradizione ormai più che ventennale, pur con tutti gli adeguamenti necessari, sia il segno tangibile che lo spettacolo dal vivo, ed il Circo in particolare, siano parte del patrimonio culturale del nostro Paese e che anche attraverso la ripartenza dell’industria culturale sia possibile porgere un contributo al ripristino di equilibri che, soprattutto nei mesi scorsi, sono parsi assai instabili.