Circhi e Covid-19

Le dovute restrizioni legislative emanate a salvaguardia dei contagi coronavirus, hanno costretto a un "fermo" di quasi 4 mesi di tutti i circhi che, avendo come unica fonte di guadagno gli incassi per i loro spettacoli, hanno subito, come tutte le attività, una serie difficoltà economiche. La quasi totalità delle imprese circensi ha ricevuto sostegni importanti da diverse realtà presenti nei territori (Croce Rossa, comuni, Caritas, parrocchie, Coldiretti, semplici cittadini, etc) dove il circo è stato costretto a fermarsi.

E' nel giusto chiedersi perchè alcuni circhi hanno dichiarato nella disperazione lo stato di non sopravvivenza per i componenti della compagnia e per i loro animali, in quanto immaginiamo che, come tutte le imprese, potevano accedere tramite il decreto liquidità a un prestito garantito dallo Stato a un basso interesse e a lunga restituzione e a porre in cassa integrazione i loro dipendenti. Inoltre, dimostrando la differenza di incassi dal febbraio/marzo 2019 raffrontato con il 2020, si sarebbe potuto accedere ad un fondo di indennizzo senza dovuta restituzione, la totalità delle imprese ha presentato le necessarie domande e in più hanno già ricevuto le somme.

Ci chiediamo tutto questo perché pensiamo che fare circo è fare impresa, come per tutte le regolari attività. Così come nella cosiddetta fase tre è apprezzabile il ricominciare, riesumando il sistema arena, e non crediamo che siano insufficienti 200 spettatori, in quanto, in periodo pre-covid, abbiamo assistito a spettacoli sotto chapiteau portanti nomi gloriosi alla presenza di anche soli 50 spettatori paganti.

Perciò, forza circensi, per chi avrà voglia e coraggio la piena ripresa è vicina. Noi circofili ci metteremo sicuramente del nostro venendo ad assistere ai vostri spettacoli sotto le stelle o