Come ogni anno, il 24 Dicembre, su Rai 3 verrà trasmesso il Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo, giunto alla 43esima edizione.

Una domanda serpeggia tra gli appassionati e gli addetti ai lavori, inquieta gli animi, divide le opinioni: la Rai taglierà i numeri con gli animali?

Le risposte sono sussurrate nelle cabine di regia, tra un pettegolezzo e l’altro, ma fino alla fine avranno il sapore dell’incertezza, perché Martin Lacey Junior, il più grande domatore vivente, ha vinto nel 2019 un Clown d’Oro, il riconoscimento che segretamente ogni circense sogna.

Sarà trasmessa la sua esibizione, oppure sarà tagliata in spregio alla sua arte?

Indipendentemente dalla risposta, vorrei fare una riflessione distaccata e sincera, che i contendenti, intrappolati nel gioco delle parti, non potranno facilmente condividere appieno.

I domatori, che hanno dedicato la loro vita al lavoro con i loro animali, non potranno mai comprendere la rabbia e la frustrazione degli animalisti.

Gli animalisti, che spesso non conoscono davvero il mondo del circo nella sua totalità, non potranno mai tollerare la vista di una belva in gabbia, né capire l’animo di un domatore.

Questa scissione è irrimediabile, e va accettata. Di più: fa parte dello spirito del tempo. Questo è davvero difficile da mandar giù per alcuni.

Guardiamo alla storia del circo. Agli inizi del Novecento erano in voga i circhi con i freaks (fenomeni da baraccone), come mirabilmente testimoniato dal meraviglioso film di Tod Browning del 1932; oggi, quel tipo di spettacolo sarebbe impensabile: verrebbe tacciato di immoralità, di assurdità, non piacerebbe a nessuno! Nei secoli il gusto cambia, così come la morale. Paghereste oggi per vedere esibirsi una donna barbuta o un uomo senza braccia?

Oggi, lo spirito del tempo soffia un vento ancora nuovo. Ci si può aggrappare al proprio chapiteau, ben infisso al suolo, ma il vento spira forte. Lentamente, poco per volta, il circo con gli animali, soprattutto quello con le tigri, i leoni e gli elefanti, è sempre più considerato immorale, ovvero ingiusto e sbagliato.

E lo è? Quello dei freaks lo era? E rischiare la pelle in un numero pericoloso è morale? Non scrivo queste risposte: come ognuno, ho le mie opinioni. Ma lo spirito del tempo non può essere ignorato. I tempi stanno cambiando. Chi lavora nel mondo del circo deve accettarlo.

Quindi il circo con gli animali è al tramonto? Non ho la sfera di cristallo, ma scriverò la mia opinione.

Penso che il circo con alcuni animali, non tutti, come per esempio cavalli, cani e pappagalli, resterà relativamente godibile dal vasto pubblico, senza ingenerare rivolte morali; ma penso anche che il circo con gli elefanti sparirà e che quello con gli animali feroci diventerà, poco alla volta, sempre più di nicchia, per pochi appassionati, disposti a pagare profumatamente uno spettacolo raro e pericoloso.

Sempre che un giorno la classe politica, schiava del proprio tempo, non decida di mettere la parola fine a questa incredibile storia.

Il cambiamento è insito in ogni forma d’arte: nulla finisce, tutto si trasforma.

di Armando Talas