Dopo avere toccato diversi paesi dell’Europa continentale (dove rientrerà tra qualche mese) lo show Totem del Cirque du Soleil è approdato alle Canarie ed ha innalzato il suo chapiteau a Gran Canaria nella zona di Meloneras, proprio a ridosso delle dune di Maspalomas.

Gli spettacoli itineranti del Cirque du Soleil vengono rappresentati quasi sempre in palasport o in arene; pochi sono quelli che si svolgono sotto uno chapiteau e Totem è uno di questi.
Ovviamente c’è una differenza abissale tra il clima che si respira in un palasport e quello in un tendone.

E’ difficile dire quale sia lo spettacolo più bello del Cirque du Soleil, sono tutti spettacoli straordinari; risulta arduo anche stilare una classifica, perché ogni volta ci si trova davanti ad uno show a 360 gradi, dove  accanto ad un alto livello tecnico degli artisti, c’è una regia fantasiosa e favolosa, luci costumi e scenografie incredibili, musica e cantanti dal vivo. I prezzi non sono certo economici, ma alla fine dello spettacolo si ha la sensazione di avere fatto un ottimo investimento.

Prima dell’inizio dello spettacolo di Totem, sulla pista rialzata c’è una struttura che ricorda il dorso di una tartaruga: in realtà è l’attrezzo sul quale si esibiscono quattro formidabili volteggiatori alla sbarra, in un susseguirsi di rotazioni, scambi e passaggi incrociati. Una delle particolarità del Cirque du Soleil è la continua “contaminazione” tra le varie discipline e la incessante ricerca di nuove soluzioni: ad esempio ai virtuosismi alle sbarre vengono aggiunti anche i salti al tappeto elastico.

Il titolo dello spettacolo, Totem, rimanda alle usanze degli indiani d’america e così,  mentre la struttura viene sollevata fin sotto la cupola dello chapiteau, entrano in pista due pellerossa che, accompagnati dai tamburi e dai canti tribali, eseguono la tradizionale danza dei cerchi.

Il numero successivo è un classico del circo, ormai quasi scomparso dagli spettacoli contemporanei: il monociclo alto. Da una pedana inclinata scendono in pista, una a una, cinque ragazze orientali che sfidano le leggi dell’equilibrio su altrettanti monocicli a circa tre metri da terra, da cui scenderanno solo alla fine della loro esibizione.
La particolarità di questo numero è che al monociclo viene aggiunta una ulteriore prova di abilità: l’equilibrio con le ciotole, che ogni ragazza lancia col piede sulla propria testa. I passaggi diventano sempre più complessi quando le ciotole lanciate contemporaneamente sono due, tre, quattro e cinque. Ma soprattutto quando le ciotole volano dal piede di una ragazza alla testa dell’altra, con precisione millimetrica.

E’ la volta poi di una straordinaria contorsionista mongola che, muovendosi con una grazia infinita, crea figure incredibili con il proprio corpo, in un mix perfetto di contorsione e verticalismo. L’abilità, l’eleganza e la fluidità dei movimenti riescono a far sembrare apparentemente facile  ciò che in realtà è difficilissimo. Sembra di gomma.

Entrano poi in pista alcuni artisti travestiti da scimmione seguiti da un businessman in giacca e cravatta con ventiquattrore e telefono cellulare all’orecchio: è una rappresentazione dell’evoluzione, dove però il manager si strappa i vestiti e, in costume adamitico, ritorna agli albori avventurandosi sul palo cinese.

Le riprese comiche tra un numero e l’altro sono affidate a due artisti, affiancati da numerosi personaggi di contorno, che non sono solo clown, ma anche attori, mimi, ballerini. E così, mentre nei circhi tradizionali siamo alle prese con le solite battute trite e ritrite,  ci rendiamo conto che questa è la nuova frontiera della clownerie.

E’ poi la  volta della giocoleria con il diablo, un numero di grande abilità di origine cinese, che viene presentata da un artista truccato da diavolo, giusto per restare in tema. L’artista è assolutamente strepitoso e i suoi lanci, prese e combinazioni hanno dell’incredibile, arrivando a lanciare a grande altezza e a riprendere anche tre/quattro diablos. Precisione millimetrica e grande tempismo.

Dalla cupola scende poi un trapezio con il porteur, che raccoglie l’agile da terra per risalire in altezza. Si tratta sicuramente di uno dei più spettacolari numeri di trapezio a due attualmente al mondo. E’ praticamente un passo a due a diversi metri di altezza che rappresenta un litigio tra due innamorati. I passaggi difficilissimi si susseguono senza sosta, con l’agile che, a tratti, sembra scivolare per poi essere ripresa. Il porteur ha una forza incredibile e si permette sostenuti con un solo braccio con disarmante disinvoltura. Forza, eleganza, precisione, tempi perfetti e fluidità accompagnano ogni figura, ogni presa, ogni salto mortale. Due grandissimi artisti che fanno restare tutti a bocca aperta.

Quello successivo è un numero di giocoleria molto innovativo, dove il giocoliere si trova all’interno di una specie di cono di plexiglass rovesciato sulle cui pareti fa roteare un gran numero di sfere. Devo ammettere di non avere seguito con la dovuta attenzione il numero, tanto ero rimasto folgorato dal numero di trapezio a due, che ho continuato a rivedere nella mente, trascurando il lavoro del pur ottimo giocoliere.

Ma al Cirque du Soleil è così: le emozioni si susseguono in continuazione, senza sosta.

Come nel caso del numero successivo, in cui un incredibile effetto di luci trasforma la pista in un lago. Due canoe provenienti da due lati opposti, si avvicinano: da una scende un indiano e dall’altra la sua futura sposa. Una volta raggiunto il centro della pista, salgono su una specie di largo tamburo dove inizia la cerimonia. E’ uno straordinario numero di pattinaggio acrobatico, con evoluzioni spettacolari presentate con una regia assolutamente strepitosa, dove costumi, trucco, musica, canti indiani e mimica trasformano la performance in un film. Davanti ad un simile spettacolo il pubblico resta incantato,  senza parole, ed alla fine di ogni figura esplode in un’ovazione. Lui è Massimo Medini, italianissimo, esponente della omonima celebre dinastia circense e lei è Denise, la sua affascinante moglie spagnola. Un pezzo di Italia al Cirque du Soleil.

Ma le sorprese non sono terminate: com’è tradizione del Cirque du Soleil, ogni spettacolo viene chiuso in maniera pirotecnica, con un numero di troupe, generalmente saltatori, un po’ per lasciare il pubblico ancora più sbalordito, semmai ce ne fosse ancora bisogno. Totem saluta il pubblico con un audace numero di barra russa a nove elementi, sei porteurs e tre agili. La particolarità di questo numero è che buona parte dei salti viene eseguita in sincro dai tre agili, che compiono contemporaneamente doppi e tripli salti mortali, oltre a precisissimi scambi da una barra all’altra.

A fine spettacolo, tutti gli artisti sfilano più volte in pista per una meritatissima cascata di applausi, una vera e propria ovazione del pubblico che ha assistito ad uno show indimenticabile.

Il prossimo anno, in aprile, Totem sarà in Italia a Roma, organizzato da Vivo Concerti della quale ringraziamo Luca Alghisi. Il Cirque du Soleil non è celebre per i prezzi popolari, ma tutto sommato si può assistere ad uno spettacolo al prezzo di tre pizze.
Il consiglio è di rinunciare volentieri a tre pizze e, per una volta, lasciare che siano queste emozioni a sfamare lo spirito.

Filippo Allegri