Senigallia 03/05/2019 – Stefano Rossi, 42 anni, domatore di tigri e leoni da tre generazioni, in questi giorni è a Senigallia con il Circo Royal. Stefano difende il suo lavoro dalle critiche degli animalisti che manifestano davanti all'ingresso del Circo: "Non è una protesta civile".

"Quello con cui siamo costretti a confrontarci ogni giorno – spiega Stefano Rossi – è estremismo animalista. Io rispetto chi ha idee diverse dalla mie, gli animalisti insultano chi non la pensa come loro. È capitato che dei manifestanti tirassero delle bombe Molotov contro un circo. Mi chiedo che differenza c'è tra queste persone e i terroristi dell'Isis."

Stefano ama le sue tigri. L'ultima nata Trudy (foto) ha 11 mesi e fino al mese scorso viveva con la sua famiglia nel camper, dormiva nel letto con lui. "Ma non mi dimentico che sono animali, e non persone". Non esiste una scuola per domatori. È un lavoro che si tramanda di padre in figlio e che si fa per passione. "Mio nonno ha iniziato a domare le tigri, ha continuato mio zio e oggi lo faccio anche io. Chi dice di non aver paura nella gabbia con le tigri o è un pazzo o sta mentendo. Si ha sempre la consapevolezza che se vogliono le tigri possono farti fuori in un attimo."

Nel circo si inizia a lavorare presto. "Mia figlia di 7 anni non vede l'ora di andare in scena, ma spesso ci si deve fermare altrettanto presto. Un trapezzista dopo una caduta deve fermarsi, una contorsionista non può continuare a lungo. In questi casi bisogna rinventarsi, diventare clown, ammaestratore, presentatore…". La vita nel circo non è facile, specie in questo periodo in cui il Circo è sotto attacco e non vive certo un buon momento. "Non abbiamo radici. Ogni 10 giorni – continua Stefano Rossi – le mie figlie cambiano scuola perché ci spostiamo in continuazione. È difficile, ma ci si abitua. O si impara a stringere legami facilmente oppure non si stringono affatto legami. Sono molto pochi i circensi che conseguono la maturità. Io stesso ho solo la terza media. È stata una mia scelta di cui mi sono pentito. Ma nonostante tutte le difficoltà il circo è una passione di cui ci si innamora e da cui non si può fuggire".
Per lo più nel mondo del circo si nasce, ma molti il circo lo lasciano, e qualcuno invece lo sceglie. Chi lo sceglie ha una passione grandissima. Anche la moglie di Stefano ha deciso di abbandonare il mondo del circo, ed oggi lavora al parco zoo di Ravenna.

"Le persone del circo sono come una famiglia, con i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Questo circo è composto da circa 30 persone che vivono sempre insieme. A volte si cambia circo, qualche volta si lascia un circo con dolore, altre con sollievo. Anche a causa di questi cambiamenti da sempre il Circo è multiculturale, gli artisti cambiano circo e vanno a lavorare in diverse parti d'Europa e del mondo. Si impara a conoscere e soprattutto a rispettare culture diverse. Anche per questo sarebbe davvero un peccato se riuscissero a far chiudere i circhi con gli animali. (Ricordo che nei paesi dove questi circhi sono stati vietati tutti gli animali sono stati uccisi). Ma soprattutto sarebbe grave per quello che il circo rappresenta. Siamo orgogliosi i quello che facciamo. Offriamo uno spettacolo pulito, onesto".

di Michele Pinto | da www.viveresenigallia.it

Nelle foto le tigri di proprietà di Stefano Rossi, durante lo spettacolo e nel loro recinto.