Mimi, ballerini, trampolieri, acrobati dietro e intorno a Claudio Baglioni. L'incanto, lo stupore: è questo il messaggio, "il nostro mestiere è regalare meraviglia al pubblico" dice il direttore artistico, spiegando il senso della performance che ha aperto la quarta serata del Festival di Sanremo, dedicata ai 24 artisti in gara. Baglioni canta "Acqua dalla Luna", un altro dei suoi grandi successi – tratto stavolta dall'album 'Oltre il concerto' del 1992. "Ci saranno 56 artisti sul palco, un numero mai visto qui- dice poi- che ci daranno contezza del loro talento, della loro arte, della loro passione". 

Quando la voce fa il suo ingresso, mette subito a fuoco l’argomento della canzone con queste parole: “Volevo essere un grande mago / incantare le ragazze ed i serpenti”. Insomma: viene subito evidenziata la voglia di incantare qualcuno, e di farlo attraverso la magia, ma nei versi immediatamente successivi Baglioni cita altre arti un po’ circensi che hanno tutte lo scopo di suscitare la meraviglia di un pubblico. Nel richiamare queste attività da saltimbanco si fa ricorso spesso al gusto del paradosso, come nel caso del “trovatore perso”, o dell’“equilibrista squilibrato”, che destano curiosità e stupore di per sé, senza la necessità di dover aggiungere altro. 

Nel ritornello c’è l’invito esplicito ad assistere allo spettacolo, promettendo magie e usando una formula tipica, e un po’ desueta, del mondo circense : “Accorrete pubblico…”.