Una disciplina, sia nel circo ma anche in altre forme di spettacolo, che viene praticata abbastanza raramente. Stiamo parlando del ventriloquismo, la non facile capacità di emettere suoni e pronunciare parole senza aprire minimamente la bocca. Già nell’antica Grecia tali capacità fecero diventare e ricco Euricle di Atene mentre, negli anni ’80, grazie alla tv, divenne famosissimo José Luis Moreno con il suo pupazzo Rockfeller. Anche nei circhi, ma sempre più raramente, esistono performances di ventriloqui e di pupazzi. Tra le più famose quelle di Kenneth Huesca, per alcuni anni al circo di Moira Orfei, e di Willer Nicolodi, quest’ultimo vincitore di prestigiosi trofei anche al Festival Mondiale del circo di Monte Carlo

Entrambi appartengono ad antiche ed eclettiche famiglie circensi. Tale arte, che si basa su di una attenta scelta delle parole da utilizzare e sull’attenzione che il pupazzo distoglie dall’artista, può però nascere anche in personaggi che nulla hanno mai avuto a che fare, come storia familiare, con il magico cerchio di segatura. Così è stato per un ragazzo di Rosolini, “Città del Carrubo e del Sacro Cuore” che sorge in provincia di Siracusa, nei pressi della val di Noto e delle cittadine barocche dell’Unesco. 

Giampaolo Maltese, siciliano doc di 31 anni, padre di due figli, fin da bambino, come tanti altri, aveva un’attrazione per il circo. La sua, però, era davvero smisurata e il padre, per accontentarlo, non gli faceva mai le magiche serate al circo. Una passione, quella dell’artista siciliano, che si fermava al solo spettacolo: era infatti affascinato dall’arrivo dei mezzi nella piazza, dalle varie fasi di scarico degli animali, dal montaggio e da tutto ciò che un backstage circense potesse offrire. Il circo per Giampaolo era affascinate a 360 gradi, lo erano anche i semplici manifesti che lui studiava centimetro per centimetro. Per il ragazzo di Rosolini il circo, come detto in più occasioni, ha rappresentato il suo primo, vero, grande amore. Aveva 17 anni quando per la prima volta è entrato in pista a fare il giocoliere: un’età molto giovane ma già parecchia avanzata per chi nasce nel circo e già, a soli 10 anni, riesce a sbalordire. I primi applausi gli fecero credere che tutto era facile e che non ci volesse poi molto a diventare artisti circensi.

La lontananza dalla famiglia riuscì però, in un primo momento, a battere il “mal di segatura” e Giampaolo tornò a casa. L’astinenza dalla pista era imbattibile e dopo il diploma, il giovanotto si rimboccò le maniche e si convinse che soltanto facendo sacrifici si possono raggiungere le cose. Tornò nei circhi, anche in alcuni piccolissimi, e qualche tempo dopo, vedendo una rassegna circense televisiva, si innamorò del ventriloquismo. I primi risultati furono scadenti e proclamarono la resa. Fu una bandiera bianca momentanea perché i siciliani sono caparbi e Giampaolo lo è ancor di più. Recuperò un pupazzo, Johnny, e con tante prove e studi divenne ventriloquo anche in grandi circhi che transitano per la Sicilia come il Lidia Togni ed ora il Sandra Orfei. Ventriloquo si diventa o è un dono di natura? La risposta di Maltese è chiara: “E’ un dono di natura, il dono del mio essere intraprendente e con tanta voglia di migliorarmi e crescere”.