Oggi vi proponiamo un’intervista realizzata dal giornalista bresciano Davide Vedovelli a Flavio Togni, direttore dell’American Circus, durante la tappa a Brescia nel 2014. Seppur siano passati 4 anni, l’intervista risulta essere ancora molto attuale.

La tradizione dell’Amercian Circus è famosa per riuscire a miscelare sapientemente innovazione e tradizione. Come avete costruite i vostri spettacoli?
Proprio dall’innovazione, mantenendo salde le tradizioni della famiglia Togni. Il circo ha offerto un po’ tutto per questo oggi è importante giocare molto sulle coreografie luci e costumi.

Cosa lo contraddistingue dai precedenti?
Un ritorno al passato sfruttando di più le tre piste, con gli animali. Ma anche con i numeri stessi. In fin dei conti noi siamo gli unici ancora oggi ad usare le tre piste in tutta Europa. Parliamo di Circo e stato dell’arte.

Questa straordinaria forma d’arte che ha attraversato i secoli e presente in ogni paese del mondo in che acque naviga? Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate?
La situazione in Italiana è differente da quelli di altri paesi dove, magari, la tradizione circense è presa in maggior considerazione? Il circo è ancora l’unico grande spettacolo dal vivo che da emozioni a tutta la famiglia e un luogo dove la famiglia è unita e questo è tantissimo in una società frenetica come la nostra in cui quasi genitori con i propri figli non riescono a parlare a volte neanche si incontrano. Le difficolta oggi sono enormi. Costi di gestione alle stelle, burocrazia soffocante, mancanza di aree idonee dove poter istallare le nostre strutture. Noi giriamo in tutta Europa e non ci capita mai di trovare paesi così difficili come l’Iitalia.

Mi racconta come si svolge, brevemente, la giornata tipo di un artista circense?
Vita dura quella dei circensi. Sveglia all’alba il primo pensiero va ai nostri animali, con una visita mattutina, poi prepariamo i bambini per la scuola e poi si prova fino all’ora di pranzo. Nelle prime ore del pomeriggio si organizza il lavoro poi si parte con due spettacoli.

La cosa che mi fa più arrabbiare è quando il circo, da alcuni, viene considerata “roba per bambini”, sminuendo il lavoro e la fatica delle centinaia di persone che ci lavorano e che hanno dedicato al circo la loro vita e quella dei loro figli. E’ d’accordo anche lei? Come si può fare per evitare questa cosa? Non crede che il fatto che esistano tanti circhi “bruttini” (mi passi il termine), che usano nomi di circhi famosi, faccia solo male al mondo del Circo?
Si è vero. In Italia non c’è cultura sul circo. Ma alla gente nonostante tutto piace e viene a vederci, nonostante la crisi. I circhi nel nostro paese sono troppi e molti non rispettano le regole facendo cadere sempre più in basso l’intera categoria. Oggi non è facile rispettare le regole, noi le rispettiamo perché è nella nostra indole ma non basta dovrebbero farlo tutti.

Questione animali feroci. Premetto che i numeri che amo di più sono quelli di acrobazia, ma credo che se l’unico modo perchè il circo sopravviva è tenere gli animali feroci così i bambini riempono il tendone, sia un prezzo giusto da pagare. Mi fanno molto arrabbiare gli animalisti che invitano a “non andare la Circo” invece di diffondere una cultura del circo invitando la gente ad affollare i tendoni. Magari, così facendo, i circhi in futuro potrebbero anche fare a meno di utilizzare tigri e leoni, che immagino per voi sia anche un costo elevato, ma fino a quel momento credo sia lecito e non sconvolgente utilizzarli. Lei cosa ne pensa?
Noi abbiamo tigri di tre diversi colori. Gli animalisti…mah!  In germania e in Olanda aiutano il circo a trovare aree idonee per il benessere degli animali stessi. In Italia fanno solo tanta caciara…

Mi racconta una bella e una brutta avventura vissuta sotto il tendone?
Bella la nascita dei miei 2 figli Bruno e Adriana, brutta è quando vediamo insultare i nostri spettatori da un gruppo di animalisti davanti a casa nostra. Ci sentiamo umiliati per chi vuole venirci a trovare e viene insultato.