Segnaliamo, a firma di Gabriele Baldanzi un interessantissimo estratto riguardante una dinastia circense meno nota ma emblematica del circo di altri tempi. Cliccando sul link della foto, potrete leggere l’intero articolo con relative foto d’epoca direttamente dal sito del Tirreno, edizione di Grosseto.

MONTEMASSI. «Attenzione, cittadini. È’ qui giunto da qualche giorno il Circo Tafani, preceduto da buona fama per i successi riportati nei vicini paesi…». Iniziava proprio così un articolo del Telegrafo del 1935. Giusto ottant’anni fa. La tradizione circense toscana – pochi lo sanno – nasce in Maremma, sull’asse Acquapendente-Pitigliano-Montemassi.

E proprio a Montemassi, nei giorni scorsi, siamo andati a intervistare Francesco Tafani, oggi residente a Siena, nipote per linea diretta di Giuseppe (il fondatore dell’omonimo circo) e padre di Leonardo, attuale assessore al Comune di Siena.

Nel paesino celebrato da Simone Martini nel Guidoriccio da Fogliano assediante si ricorda ancora l’eclettica e numerosa famiglia di Giuseppe Tafani (ben undici figli), che dette origine a due circhi: quello del figlio Pietro e del fratello Alfredo.(…)

(…)Originari di Acquapendente, i Tafani si consolidarono circensi proprio a Montemassi, intorno agli anni Venti del secolo scorso, portando nelle piazze l’atletica, il trapezismo e il contorsionismo virtuosistico. Non hanno mai ospitato animali, unica eccezione i cani ammaestrati. Nei paesi dell’entroterra, a Grosseto, nell’hinterland fiorentino e nel Senese, finanche fuori dai confini della Toscana, il nome Tafani è diventato nel tempo una sorta di leggenda, legata alle gesta del burlone Alfredo, detto Manicomio, straordinario intrattenitore e fabbrica di aneddoti.

Oggi dei Tafani, in Maremma, restano le radici montemassine e un modo di dire (“Non fa’ il Tafani..!”) probabilmente ispirato dalle burle studiate dai pagliacci dell’omonimo circo. Montemassi, la prossima estate, intende dedicare un’iniziativa ai Tafani e all’arte circense, da qui esportata dai discendenti di Beppe, capaci di far sorridere i nostri nonni.